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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

pdf§ 40. Come si prevengano i delitti.

È meglio prevenire i delitti, che punirgli. Questo è il fine principale d’ogni buona Legislazione, che è l’arte di condurre gli uomini al massimo di felicità, o al minimo di infelicità possibile, per parlare di tutti i calcoli dei beni e dei mali della vita. Ma i mezzi impiegati fin’ora sono per lo più falsi, ed opposti al fine proposto. Non è possibile il ridurre la turbolenta attività degli uomini ad un ordine geometrico senza irregolarità e confusione. Come le costanti e semplicissime Leggi della Natura non impediscono, che i Pianeti non si turbino nei loro movimenti, così nelle infinite, ed oppostissime attrazioni del piacere, e del dolore, non possono impedirsene dalle Leggi umane i turbamenti, ed il disordine. Eppure
questa è la chimera degli uomini limitati, quando abbiano il comando in mano.


Cesare Beccaria (1738-1794)Dei delitti e delle pene,in Lausanna [i.e. Livorno], [Marco Coltellini], 1765.Prima edizione 1764


Il proibire una moltitudine di azioni indifferenti non è prevenire i delitti che ne possono nascere, ma egli è un crearne di nuovi, egli è un definire a piacere la virtù ed il vizio, che vengono predicati eterni ed immutabili. A che saremmo ridotti, se ci dovesse essere vietato, tutto ciò che può indurci a delitto? Bisognerebbe privare l’uomo dell’uso dei suoi sensi. Per un motivo che spinge gli omini a commettere un vero delitto, ve ne son mille, che gli spingono a commettere quelle azioni indifferenti, che chiamansi delitti dalle male Leggi; e se la probabilità dei delitti è proporzionata al numero dei motivi, l’ampliare la sfera dei delitti è un crescere la probabilità di commetergli. La maggior parte delle Leggi non sono che privilegi, cioè un tributo di tutti al comodo di alcuni pochi. Volete prevenire i delitti ? Fate, che le leggi sian chiare, semplici, e che tutta la forza della Nazione sia condensata a difenderle, e nessuna parte di essa sia impiegata a distruggerle. * Fate, che le leggi favoriscano le classi degli uomini che gli uomini stessi *. Fate, che gli uomini le temano, temano esse sole. Il timore delle Leggi è salutare, ma fatale e fecondo di delitti è quello di uomo a uomo. Gli uomini schiavi sono più voluttosi, più libertini, più crudeli degli uomini liberi. Quelli meditano sulle scienze, meditano sugl’interessi della Nazione, veggono grandi oggetti, e gl’imitano; ma quello contenti del giorno presente cercano fra lo strepito del libertinaggio una distrazione dall’annientamento, in cui si veggono: avvezzi all’incertezza dell’esito di ogni cosa, l’esito de’ loro delitti divien problematico per essi, in vantaggio della passione che gli determina. Se l’incertezza delle leggi cade su di una Nazione indolente per clima, ella mantiene ed aumenta la di lei indolenza e stupidità: Se cade su una Nazione voluttuosa, ma attiva, ella ne disperde l’attività in un infinito numero di piccole cabale, ed intrighi, che spargono la diffidenza in ogni cuore, e che fanno del tradimento, e della dissimulazione la base della prudenza: Se cade su di una Nazione coraggiosa e forte, l’incertezza vien tolta alla fine, formando prima molte oscillazioni dalla libertà alla schiavitù e dalla schiavitù alla libertà.

§ 45. Educazione.

Finalmente il più sicuro, ma il più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l’educazione, oggetto troppo vasto, e che eccede i confini che mi sono prescritto, oggetto, oso anche dirlo, che tiene troppo intrinsecamente alla natura del pdfGoverno, perché non sia sempre fino ai più remoti secoli della pubblica felicità un campo sterile, e solo coltivato qua e là da pochi saggi. Un grand’uomo [ J.-J. Rousseau, Émile ou de l’ éducation, 1762], che illumina l’umanità che lo perseguita, ha fatto vedere in dettaglio quali sieno le principali massime di educazione veramente utili agli uomini, cioè consistere meno in una sterile moltitudine di oggetti, che nella scelta e precisione di essi, nel sostituire gli originali
alle copie nei fenomeni sì morali, che fisici, che il caso o l’industria presenta ai novelli animi dei giovani, nello spingere alla virtù per la facile strada del sentimento, e nel deviarli dal male per la infallibile della necessità e dell’inconveniente, e non colla incerta del comando, che non ottiene, che una simulata, e momentanea ubbidienza.

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