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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

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MARIA ANTONIETTA CICLISTA

 

pdfSOMMARIO: Introduzione; I. "New Urban Agenda" del 2016; II. Urbanizzazione e “città circolare”; III. Apporto nelle città delle tradizioni religiose e filosofiche – l’Enciclica Laudato Sì; Conclusioni.


Introduzione

11 ciclista 1 QQuesto testo è una brevissima sintesi di alcune idee salienti emerse durante il seminario “La Città e l’urbanizzazione di oggi” che si è svolto, da ottobre 2016 a giugno 2017, presso la Facoltà di Scienze Sociali dell’Angelicum. Il tema di fondo è stato la New Urban Agenda del 2016, illustrata con il contributo di varie discipline delle scienze sociali.

 

"New Urban Agenda" 2016

"Trasformare il nostro mondo per il meglio vuol dire trasformare le nostre città. Più della metà della popolazione mondiale attualmente vive nelle città, dove circa un quarto dei residenti alloggia in baraccopoli o in insediamenti abusivi, spesso in condizioni precarie”, afferma il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon alla Conferenza delle Nazioni Unite sulle città sostenibili e gli insediamenti umani per tutti “Habitat III”, che si è tenuta a Quito in Ecuador dal 7 al 20 ottobre 2016.

La New Urban Agenda1 (NUA) è la dichiarazione finale adottata durante la Conferenza. Rappresenta lo strumento guida, nei prossimi vent’anni, per una pluralità di attori (stati, città, regioni, finanziatori internazionali per lo sviluppo, esponenti della società civile) riguardo a politiche e programmi che diano impulso a una urbanizzazione sostenibile. È il risultato di un percorso di riflessione che è in atto da alcuni decenni.

Tre i principi fondamentali: non lasciare indietro nessuno, economia urbana sostenibile e inclusiva, sostenibilità ambientale. Si tratta di un documento non vincolante per i firmatari, tuttavia indica obiettivi e parametri standard globali – condivisi dalla comunità internazionale – volti a rendere le città di tutto il mondo più inclusive, più verdi, più sicure e più prospere.

I criteri e i procedimenti attraverso cui le città e gli insediamenti umani sono progettati, sviluppati, finanziati, governati e gestiti, devono puntare a porre fine alla povertà e alla fame in tutte le sue forme e dimensioni, a ridurre le disuguaglianze e promuovere una crescita inclusiva e sostenibile, a raggiungere la parità di genere e l'empowerment delle donne, migliorare la salute umana e il benessere, a promuovere la resilienza e proteggere l'ambiente.

La cultura e la diversità culturale sono riconosciute dalla NUA come fonti di arricchimento per l'umanità, in quanto forniscono un importante contributo allo sviluppo sostenibile delle città. E dovrebbero essere prese in considerazione nella promozione e nell’attuazione di nuove forme di consumo sostenibile e nuovi modelli di produzione che contribuiscano ad un uso responsabile delle risorse. 

Il diritto alla città è un nuovo paradigma, posto al cuore del nuovo ordine urbano, che offre un quadro alternativo per ripensare le città e l'urbanizzazione. Prevede l'effettivo rispetto di tutti i diritti umani riconosciuti a livello internazionale, il raggiungimento degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile2 e il rispetto degli impegni dell'Agenda di Habitat. 

Il diritto alla città è definito come il diritto di tutti gli abitanti presenti e futuri, di occupare, utilizzare e creare città giuste, inclusive e sostenibili, definite come un bene comune essenziale alla qualità della vita. Implica la responsabilità da parte dei governi e delle persone di rivendicarlo, difenderlo e promuoverlo. Questo nuovo paradigma, inserito dopo forti controversie e in maniera “diluita” nella versione definitiva della NUA, si riferisce sia allo spazio urbano che agli ambienti rurali o semi-rurali che fanno parte del suo territorio:“

11. Condividiamo l'ideale di una città per tutti, riferendoci all'uguaglianza nell'uso e nella fruizione delle città e degli insediamenti umani e cercando di promuovere l'inclusività e garantire che tutti gli abitanti, sia delle generazioni presenti che di quelle future, senza discriminazione di qualsiasi tipo, possano creare città e insediamenti umani giusti, sicuri, sani, accessibili, economici, resilienti e sostenibili e vivere in essi, al fine di promuovere la prosperità e la qualità della vita per tutti. Prendiamo atto degli sforzi di alcuni governi nazionali e locali per consacrare questo ideale, noto come "il diritto alla città", nelle proprie leggi, dichiarazioni politiche e carte.”

Per implementare la Nuova Agenda Urbana nei vari Paesi, a livello regionale e globale, è necessario tenere conto delle realtà, delle capacità e dei livelli di sviluppo nazionali e locali differenti.  Vengono riaffermati i principi della Dichiarazione di Rio su sviluppo e ambiente3 e si sottolinea che la Nuova Agenda Urbana è di portata universale, partecipativa e centrata sulle persone; protegge il pianeta e ha una visione a lungo termine. Per l’attuazione della Agenda vengono definite priorità e azioni a livello globale, regionale, nazionale, sub-nazionale e locale, che i governi e le altre parti interessate possono adottare sulla base delle loro esigenze. Si richiede particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo, ai Paesi meno sviluppati, a quelli senza sbocco sul mare, alle piccole isole e ai Paesi a reddito medio che hanno sfide specifiche. Speciale considerazione è inoltre riservata ai Paesi in situazioni di conflitto, ai Paesi e ai territori sotto occupazione straniera, ai Paesi in post-conflitto e ai Paesi colpiti da calamità naturali e artificiali.

Per sostenere l’implementazione della NUA sono stati definiti nuovi indicatori di sostenibilità urbana. Sono strumenti che consentono ai progettisti urbani, agli amministratori delle città e ai responsabili politici di valutare l'impatto socioeconomico e ambientale dei progetti urbani, delle infrastrutture, delle politiche, dei sistemi di smaltimento dei rifiuti, dell'inquinamento e dell'accesso ai servizi da parte dei cittadini. Permettono la diagnosi dei problemi e delle tendenze dei fenomeni, e consentono alle città di controllare il successo e l'impatto degli interventi di sostenibilità.

 

Urbanizzazione e “città circolare”

Nel mondo di oggi sempre più globale e interconnesso, oltre la metà della popolazione mondiale (54%) vive nelle aree urbane, anche se c'è ancora una sostanziale variabilità dei livelli di urbanizzazione nei vari paesi. I prossimi decenni porteranno ulteriori profondi cambiamenti alla dimensione e alla distribuzione spaziale della popolazione mondiale. 

Il numero di mega-città è quasi triplicato dal 1990, ed entro il 2030, sono previsti 41 agglomerati urbani con almeno 10 milioni di abitanti ciascuno, che si concentreranno in Asia e Africa4. Nel contesto globale, attualmente, le città occupano approssimativamente solo il 2% del totale della superficie terrestre, ciononostante rappresentano: il 70% dell’economia globale, oltre il 60% del consumo globale di energia, il 70% di emissioni di gas a effetto serra, il 70% di rifiuti globali5.

Sulla base di una maggiore consapevolezza sui temi di sostenibilità ambientale, sta emergendo un modello di economia circolare di riciclo e rigenerazione di materiali, che punta a mantenere il più a lungo possibile il loro valore, riducendo al minimo i rifiuti e gli scarti e limitando l’utilizzo di nuove risorse, creando sempre nuovi prodotti partendo dalle stesse risorse.

I concetti chiave della economia circolare6 sono: l’eco-innovazione, l’economia verde, l’ecologia industriale, l’innovazione dirompente. 

Si pensa che l’economia circolare debba partire dalle città. Esse sono grandi abbastanza per beneficiare della diversificazione e piccole a sufficienza per essere ben gestite.

La “città circolare7 gestisce i processi con i cittadini e non per i cittadini, in una logica di costante interazione. I suoi caratteri peculiari: è intelligente/smart, è sostenibile/ecologica, è inclusiva/social.

- Intelligente/smart: rende circolari i processi di conoscenza favorendo la condivisione e rendendo disponibili le informazioni senza barriere. 

- Sostenibile/ecologica: ottimizza il ciclo dei rifiuti attraverso la riduzione, il riuso, il recupero e il riciclaggio. Punta sull’efficienza energetica, mediante l’autoproduzione diffusa condivisa nelle reti locali.

- Inclusiva/social: mette al centro la persona con buone pratiche di accoglienza, inclusione e sostegno. Incoraggia e supporta le forme attive di associazionismo, le reti sociali, il dialogo intra e intergenerazionale e promuove il recupero della memoria dei luoghi e dei saperi delle persone. 

 

Apporto nelle città delle tradizioni religiose e filosofiche – l’Enciclica Laudato Sì 

Durante il Seminario una domanda di fondo è stata quella relativa all’apporto delle tradizioni religiose e filosofiche nelle città, rispetto alla governance e ai processi decisionali. Si riportano qui solo alcuni spunti di riflessione. Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York, e dopo i successivi numerosi attacchi ad opera di fondamentalisti islamici nei paesi occidentali (destinazione di flussi di migranti di cultura e religione diverse) è emersa nelle città la necessità di affrontare il tema del multiculturalismo, e della costruzione di una convivenza pacifica. In varie città, la crescente diversità culturale ha creato problemi di coesione sociale. Anche a causa di disuguaglianze, di discriminazioni, spesso risultanti dalla tendenza naturale di “gruppi chiusi” - definiti in base a criteri etnici, culturali, religiosi-  di cercare di ottenere vantaggi per i membri del proprio gruppo a scapito di altri gruppi. 

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Si avverte così una rinnovata esigenza di progettare modelli di politiche urbane che favoriscano la gestione della diversità come risorsa.

Le comunità e i gruppi di fede - che spesso sono in prima linea nelle città nel rivendicare la giustizia sociale, nel servizio agli ultimi e agli emarginati - possono dare il loro contributo di senso, e di concretezza, nella creazione di servizi volti a ridurre il ripiegamento su sé stessi dei gruppi chiusi, e ad accrescere la coesione sociale.

La Chiesa Cattolica da sempre esprime un vasto impegno per la città dell’uomo. Nell’Enciclica Laudato Sì8 di Papa Francesco il tema della città entra a pieno titolo nel suo concetto di “ecologia integrale”, che ha come nucleo fondamentale, il perseguire il bene comune - per le generazioni presenti e future - nella cura e custodia dell’ambiente, nella costruzione della pace sociale e nella solidarietà verso gli ultimi. 

Il Papa, da un lato, osserva la situazione attuale delle città, luoghi in cui si manifestano fenomeni di frammentazione sociale, disagi materiali e spirituali delle persone, abusi di ogni tipo, a causa della crescente e disordinata urbanizzazione. Dall’altro, in maniera costruttiva, punta lo sguardo di speranza verso l’obbiettivo della “città bella”, che cerca di creare la giusta armonia con l’ambiente, la giusta realizzazione dell’uomo, e la giusta accoglienza: 

“Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro. (LS 152)”.

 


Conclusione


La messa in opera della New Urban Agenda potrebbe sembrare un’impresa utopistica, soprattutto in alcune regioni del mondo, e scoraggiare tutti. Difatti le critiche in tal senso non sono mancate, tuttavia appare utile e necessario che i vari attori coinvolti si misurino con gli obiettivi proposti dalla NUA, e non abbandonino il campo sfiduciati. Il geografo David Harvey9  che si è molto occupato di città aiuta a riflettere: 

“La questione su quale tipo di città vogliamo, non può essere separata da altre questioni: quale tipo di persone vogliamo essere, quali rapporti sociali cerchiamo, quali rapporti vogliamo coltivare con la natura, quale stile di vita desideriamo, quali valori estetici perseguiamo. Il diritto alla città è dunque molto più che un diritto di accesso, individuale o di gruppo, alle risorse che la città incarna: è il diritto di cambiare e reinventare la città in modo più conforme alle nostre esigenze. Inoltre, è un diritto più collettivo che individuale, dal momento che reinventare la città dipende inevitabilmente dall’esercizio di un potere collettivo sui processi di urbanizzazione. Quello che intendo sostenere è che la libertà di creare e ricreare noi stessi e le nostre città è un diritto umano dei più preziosi, anche se il più trascurato”.

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La realizzazione di quanto afferma David Harvey si gioca anche attraverso una nuova ridefinizione e organizzazione della partecipazione alla governance urbana, più adeguata alle società multiculturali contemporanee che si formano nelle specifiche città. Una partecipazione, nondimeno, soprattutto realista, che eviti da un lato le eccessive aspettative e dall’altro le semplificazioni e strumentalizzazioni politiche.  Ridisegnata nei fondamenti e finalità, adattata ogni volta ai livelli di scala, di responsabilità e di competenze richiesti. L’ex segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, Papa Francesco e il professor David Harvey, che abbiamo idealmente fatto dialogare tra le righe, sembrano d’accordo: trasformare le città in luoghi “a misura d’uomo” significa trasformare noi stessi!

 

 

NOTE

1 United Nations. 2016. New Urban Agenda. Habitat III Secretariat: United Nations. 

2 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi di 193 Paesi membri dell’ONU. 

3 Conferenza su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro (3-14 giugno 1992): rappresenta, per le Nazioni Unite, il primo tentativo di prendere provvedimenti a livello globale in materia di ambiente e di sviluppo economico secondo nuovi parametri, al fine di prevenire la distruzione irreparabile delle risorse naturali e di permettere la vita sulla Terra anche per le generazioni future.

4 Fonte: United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2014). World Urbanization Prospects: The 2014 Revision, Highlights (ST/ESA/SER.A/352).

5 Fonte: Habitat III The United Nations Conference on Housing and Sustainable Urban Development.

6 Fonte: Bonomi, Aldo, Federico Della Puppa, Roberto Masiero. 2016. La Società Circolare. Roma, Italia: DeriveApprodi

7 Fonte: Bonomi, Aldo, Federico Della Puppa, Roberto Masiero. 2016. La Società Circolare. Roma, Italia: DeriveApprodi

8 Fonte: Francesco. 2015. Lettera Enciclica Laudato Sì. Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana.

9 Fonte: Harvey, David. 2008. The right to the city. New Left Rewiew.  David Harvey è un geografo, sociologo e politologo inglese. Docente alla City University di New York.

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