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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

pdfL’8 settembre 2010 Benedetto XVI ha ricevuto il Bureau dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in occasione del 60° anniversario della Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo. Il nucleo del suo discorso è stato il seguente:

Keeping in mind the context of today's society in which different peoples and cultures come together, it is imperative to develop the universal validity of these rights as well as their inviolability, inalienability and indivisibility. On different occasions I have pointed out the risks associated with relativism in the area of values, rights and duties. If these were to lack an objective rational foundation, common to all peoples, and were based exclusively on particular cultures, legislative decisions or court judgements, how could they offer a solid and long-lasting ground for supranational institutions such as the Council of Europe, and for your own task within that prestigious institution? How could a fruitful dialogue among cultures take place without common values, rights and stable, universal principles understood in the same way by all Members States of the Council of Europe? These values, rights and duties are rooted in the natural dignity of each person, something which is accessible to human reasoning. The Christian faith does not impede, but favours this search, and is an invitation to seek a supernatural basis for this dignity.

Chi ha frequentazione con la realtà dei diritti umani sa bene che la Convenzione Europea è l’unico sistema di protezione dei diritti umani che funzioni pienamente. E sa anche che tali diritti sono il criterio d’orientamento del giudizio giuridico e morale che permette una certa convergenza nel giudicare gli avvenimenti nazionali ed internazionali.

Ma sa anche che Papa Ratzinger insiste da anni sulla importanza di riflettere di nuovo sulla teoria della Legge Naturale come fondamento dei Diritti Umani, per cercare di contrastare la deriva relativista che investe tutta la riflessione morale e di filosofia del diritto. Questo relativismo teoretico è tanto piu pericoloso in quanto giustifica e assolve le numerose violazioni dei diritti umani nella prassi nazionale ed internazionale.

Nel maggio 2009 la Pontificia Commissione Teologia Internazionale ha pubblicato i risultati dei suoi lavori durati anni dal titolo: Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale. Il testo è reperibile all’indirizzo: http://www.vatican.va

Ma è stato pubblicato anche a stampa in italiano (Il Regno - documenti 17/2009, 525ss.) e in francese (A la recherche d’une ethique universelle - Nouveau regard sur la loi naturelle, Cerf 2009). Quasi certamente la lingua originale del documento è il francese.

Al testo vero e proprio è aggiunta la seguente NOTA PRELIMINARE. Il tema «Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale» è stato sottoposto allo studio della Commissione Teologica Internazionale. Per preparare questo studio venne formata una Sottocommissione composta dall’Ecc.mo mons. Roland Minnerath, dai Rev.mi professori: p. Serge-Thomas Bonino OP (presidente della Sottocommissione), Geraldo Luis Borges Hackmann, Pierre Gaudette, Tony Kelly CssR, Jean Liesen, John Michael McDermott SI, dai Ch.mi professori dott. Johannes Reiter e dott.ssa Barbara Hallensleben, con la collaborazione di s.e. mons. Luis Ladaria SI, segretario generale, nonchè con i contributi degli altri membri. La discussione generale si è svolta in occasione delle sessioni plenarie della stessa CTI, tenutesi a Roma, nell’ottobre 2006 e 2007 e nel dicembre 2008. Il documento e stato approvato all’unanimità dalla Commissione nella sessione dell’1-6 dicembre 2008 ed è stato poi sottoposto al suo presidente, il cardinale William J. Levada, che ha dato la sua approvazione per la pubblicazione.

Per avere un minimo riscontro della recezione del documento penso che sia interessante vedere i contributi che due riviste teologiche non conservatrici hanno pubblicato in relazione al testo vaticano.

Mi riferisco alla Rivista di Teologia Morale che ha nel numero 167 (Luglio- settembre 2010) una serie di articoli brevi al tema: Alla ricerca di un’etica universale. La proposta della legge naturale rinnovata. Luigi Lorenzetti (direttore della rivista) puntualizza nel suo contributo:

Tra i temi del documento, la riflessione ne considera tre: la storicità, vale a dire l’invariante e il variante della legge morale naturale; il difficile passaggio dai valori morali comuni, fondati sulla natura umana, alle norme morali concrete; infine, i quattro ambiti nei quali la Chiesa cattolica invoca la legge naturale.

Ugualmente il fascicolo 3 /2010 della rivista plurilingue Concilium è dedicato a: Natura umane e legge naturale. L’editoriale (firmato da Lisa Sowle Cahill, Boston, e da Hille Haker, Francoforte sul M. Germania) riassume significativamente in questo modo le prese di posizioni dei vari autori:

Tutti i contributi raccolti qui hanno in comune l’interesse a riabilitare criticamente il realismo morale della tradizione della legge naturale, mentre nello stesso tempo ne riconoscono le radici storiche e culturali. Gli autori e le autrici affermano la storicità umana e il carattere induttivo almeno di alcuni aspetti della conoscenza etica, come pure il ruolo essenziale delle scienze naturali nella comprensione degli umani e dell’intero mondo naturale. In più, nella diversità dei gradi e dei modi, tutti/e affermano pure l’importanza di esprimere giudizi etici e di formare pratiche e istituzioni etiche che si conformino alle norme di base, non-relative, della giustizia. Una domanda prolungata nel tempo e che continua tuttora a porsi sulla legge naturale è se norme etiche molto specifiche possono ancora essere generalizzabili attraverso le diverse culture. Una questione per il futuro è se la “legge naturale” sarà il miglior quadro di riferimento e di linguaggio per il dialogo sulle esperienze, i bisogni, i beni, i valori e gli obiettivi fondamentali di tutti gli esseri umani che li condividono.

Questi due fascicoli ed i contributi in esso contenuti sono il segno di un nuovo interesse del mondo cattolico per la legge naturale, che per secoli era stata al base dell’etica e della politica cristianamente ispirata. Dopo il Vaticano II il tema era praticamente sparito dalla discussione teologica e giuridica seria: era diventato uno strumenti ideologico per circoli conservatori, sia dal punto di vista religioso che politico.

E' quindi con piacere che come docente di teologia morale all’Angelicum di Roma ho organizzato nel passato anno accademico due incontri seminariali tra docenti di teologia e di discipline affini come filosofia del diritto e scienze politiche. Il primo ha avuto luogo il 28 novembre 2009 ed il secondo il 24 aprile 2010 con la partecipazione di una quindicina di docenti.

Nella rubrica Studi di questo fascicolo di OIKONOMIA pubblichiamo tre contributi a tali seminari.

Inizialmente era prevista la pubblica di un volume di studi, ma la cosa si è rivelata più difficile del previsto. Si è allora deciso di pubblicare alcuni dei contributi più significativi.

Il contributo di G. Manzone, docente di Dottrina Sociale della Chiesa, è stato presentato al primo seminario ed è una riflessione sul capitolo 4 del documento vaticano.

Il testo di F. D’Agostino, docente di Filosofia del diritto, è un’analisi del testo proposto dal punto di visto dell’impatto sulla cultura contemporanea. D’Agostino nella sua lunga pratica di Presidente e membro del Comitato nazionale per la bioetica italiano ha accumulatopdf un’esperienza privilegiata per questo genere di problematica.

A. Vendemmiati, docente di Filosofia morale, ci presenta una riflessione nella quale accomuna la valutazione del documento con una propria proposta di sviluppo.

Tutt’e tre i testi, ma specialmente il secondo, vanno letti in stretta relazione con il documento Alla ricerca di un’etica universale.

 

 

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