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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

Boschetti 1

Ci siamo resi conto che la vita va vissuta insieme, non accumulata da soli?1

 

  pdfIl mito occidentale che l’uomo è padrone della natura è crollato nel 2020 di fronte a un virus2, con ripercussioni su molte attività delle persone. Segnali sul precario equilibrio della società umana mondiale c’erano già stati l’11 settembre del 2001 con l’attentato alle Twin Towers e il decennio successivo alla crisi finanziaria del 2008, che avevano iniziato a mostrare crepe profonde nel modello della globalizzazione economica3.

I grandi problemi ci sono sempre stati e sarebbe assurdo pensare che non ci saranno più, ma ciò che è successo indica che è necessario prepararsi strutturalmente alle emergenze, che l’economia è sicuramente importante ma non può essere il driver incondizionato di tutte le decisioni dell’organizzazione umana, che una conoscenza troppo specializzata su singoli aspetti rende spesso incapaci di effettuare il legame tra le parti e il quadro complessivo4. Per cercare di capire alcuni fattori che hanno portato alla crisi della società umana mondiale, vorrei riflettere su alcuni punti in apparenza distanti ma tra loro fortemente collegati:

  • La crescita, pietra angolare su cui si reggono le fondamenta dell’attuale modello economico che plasma la vita delle persone, è stata incrinata dalle difficoltà produttive e commerciali.
  • La necessità di “distanza sociale” ha mutato le modalità di interazione tra le persone non soltanto in merito alle attività che producono reddito.
  • Le manovre dei governi hanno posto il problema su quali siano i gradi di libertà che possono avere i singoli quando la libera scelta del loro comportamento può influire sulla salute degli altri.
  • Gli effetti della pandemia sull’economia si sono ripercossi in modo devastante sui redditi di moltissime persone, in particolare su quelle derivanti dal lavoro più che dal patrimonio.
  • Di chi è la responsabilità delle decisioni:
    •  - a livello istituzionale di chi sia il dovere di indirizzo dei comportamenti economico-sociali tra scienziati e politici;
    •  - il peso relativo dello Stato e dei privati ha risollevato la secolare questione dell’equilibrio tra i due.
  • La gestione della pandemia ha segnalato che essere una società mondiale non significa solo interconnettersi per comunicare, produrre, vendere e acquistare prodotti, ma è necessario coordinarsi in tutti gli ambiti, non ultimo la salute delle persone.

 

Le fondamenta di questo sistema economico

La crescita è la pietra miliare dell’economia da quando si è imposto il dogma della religione del capitalismo5 che correla la felicità alla disponibilità di beni materiali. La felicità dipende anche dall’appartenenza a una comunità e dal rapporto tra le condizioni oggettive di una persona e le sue aspettative soggettive6, che in un modello di sviluppo basato sul consumo devono crescere continuamente in oggetti da acquistare, alzando il denominatore del rapporto condizioni oggettive7 / aspettative soggettive (denotando quindi una correlazione inversa con questo aspetto della felicità).

Negli anni ’70 la Shareholder Theory con Milton Friedman sosteneva che l’unica responsabilità dell’impresa era generare profitto, sulla base che l’individuo è egoista e conflittuale8, per cui il modello capitalistico-consumista funziona al meglio se ognuno persegue il proprio interesse personale. Il perno è l’interesse dell’individuo non il bene comune, senza edonismo ed egocentrismo il modello può collassare.

Questa mentalità induce a massimizzare i risultati di breve termine togliendo il futuro dal proprio campo visivo, con ricadute molto negative su molti aspetti, tra cui spese sanitarie, competizione fiscale, cambiamento climatico9. Occorre che chi ha responsabilità affronti le decisioni con pensiero strategico, rivolte quindi al lungo termine, ma quasi tutte le decisioni umane, dai quarterly earnings finanziari alle elezioni politiche, sono tarate su periodi di mesi. La ricerca spasmodica di ritorni immediati sottrae il tempo e l’attenzione necessari a costruire qualcosa di duraturo, raccogliere il più possibile nel breve termine può penalizzare la possibilità di farlo su orizzonti più lunghi. Risolvere problemi specifici è più urgente che comprendere bene aspetti ampi, generali, che nel breve termine possono anche non produrre ritorni quantificabili.

Cercare la rotta più breve per arrivare a Itaca rischia di far perdere il senso del viaggio10 e l’enfasi sulla prestazione conduce le persone sul bivio del funzionamento o della rinuncia, come un macchinario che può funzionare o essere guasto11. L’incremento di efficienza nel breve termine richiede di eliminare i costi superflui; nella sanità è applicabile anche all’utilizzo dei posti letto, con il rischio di ridurre il numero dei posti letto di terapia intensiva che nei periodi “normali” non dovrebbero servire, “siamo attrezzati per un’economia dove tutto gira senza intoppi, ostacoli e tempi morti”12. L’approccio economico del neoliberismo ha esacerbato questo atteggiamento, sequestrato la persona nella ricerca del profitto e nell’egoismo narcisistico e ha frammentato i ritmi dell’esistenza per aumentare la produttività13. Si pensava che i benefici economici dei ceti abbienti avrebbero avuto ricadute positive anche su classi medie e quelle più disagiate, invece hanno determinato un rallentamento della crescita, dei cui frutti hanno beneficiato poche persone in cima alla scala sociale, testimoniato dalla stagnazione dei salari e dal decollo del mercato azionario14.

I fondamentalismi di qualunque natura presuppongono assoluta la propria verità. Il fondamentalismo di mercato ritiene che solo al mercato spetti regolare tutti i fenomeni umani, tra cui i sociali. In realtà la presenza di mercati non è in sé una garanzia di istituzioni inclusive, poiché possono essere dominati da poche aziende che, se lasciate agire indisturbate, generano il dominio degli attori economicamente e politicamente più potenti15. Stiglitz sottolinea che i mercati svolgono un ruolo importante in ogni economia ben funzionante, ma spesso non riescono a raggiungere risultati equi ed efficienti e ricorda che anche Adam Smith riconosceva il potere limitato del mercato e la necessità dell’azione pubblica16. Con la globalizzazione questo fondamentalismo si è imposto a tutta la società umana. Il Covid-19 ha stimolato nel marzo 2020 un articolo di The Economist a porre una domanda definita da Parsi17 raccapricciante: “fino a quando potremmo permetterci di dire che una vita umana non ha prezzo?” Se, in una logica di mercato, tutto è interpretato con una visione contrattualistica accade ciò che scrive la Arendt: svanita l’autorità di criteri assoluti e trascendenti della religione o del diritto naturale, l’identificazione del diritto con l’utile diventa inevitabile, per cui sarebbe anche logico pensare che in futuro la maggioranza dell’umanità possa stabilire che per il tutto sia meglio liquidare certe sue parti18.

L’atteggiamento utilitaristico è in larga misura condizionato dall’approccio individualista alla vita, dove la relazione con l’Altro è pensata in termini di utilità, di rivalità più che di solidarietà, per cui il comportamento competitivo prevale sull’approccio etico di pensare anche agli Altri e di confrontarsi anche con le opinioni degli Altri. L’esasperazione del concetto di competizione contraddice la sua etimologia (cum+petere, procedere assieme)19 e la collaborazione è vissuta a fini utilitaristici.

Egoismo e miopia sono fino a un certo punto tratti umani, ma le regole che governano un sistema economico e il suo modo di funzionare dovrebbero svolgere un ruolo importante nell’evitare che questi tratti superino qualità come altruismo, empatia e cura della comunità20.

 

Le ripercussioni sociali

L’essere umano ha una struttura relazionale21 e ciò che lo rende libero sono i legami, non l’isolamento22, che si hanno con le persone: “se la persona è sostanzialmente un individuo allora solo in accidente si avrà la relazione”23.

La necessità della “distanza sociale” ha cambiato l’interazione tra le persone, delegandola prevalentemente alla tecnologia digitale, mezzo funzionale per alcune attività come lavoro e insegnamento24, ma è importante non confondere la connessione con la relazione. Anche prima del coronavirus l’innovazione digitale aveva indotto significativi cambiamenti del modo di pensare e interagire delle persone, coerentemente con l’uniformità e il conformismo necessari a questo sistema economico. Più la serialità e l’individualismo prendono piede, più si lascia l’esistenza umana in balìa dell’assenza di pensiero25. Il valore della relazione è nel faccia a faccia, nella socialità, oltre che nella sua significazione morale26 e migliaia di amici sui social non forniscono il senso di intimità che si può avere dalla frequenza fisica di persone27.

Finita la pandemia, partire da dove eravamo rimasti significherebbe accettare l’idea che siamo individui indipendenti per cui si può fare a meno degli Altri, a meno che non servano perché ci sono utili28. È molto più semplice disinteressarsi delle sofferenze altrui, anche se proteggere i più deboli dalle disgrazie immediate è un indicatore significativo del valore di una civiltà29. L’importante è essere focalizzati sul proprio piccolo boccone, se il vicino non ha un lavoro, se gli immigrati vivono ammassati, se l’ecosistema è distrutto, è importante concentrarsi sul proprio “modo di funzionare”30. Papa Francesco ha efficacemente e drammaticamente definito globalizzazione dell’indifferenza31 questa diffusa “inattenzione civile”, che ha dimenticato la dimensione sociale del progresso concentrandosi su quella economica e tecnologica.

Il Covid-19 ci ha fatto toccare con mano che per essere felici è importante prendersi cura degli Altri e che è possibile far riemergere nella nostra vita gli aspetti essenziali dell’esistenza che aiutano la nostra piena realizzazione come l’amore e l’amicizia, pensare come Noi e non come Io, piccole particelle all’interno del destino dell’umanità aperti all’esistenza di coloro che hanno subito la pandemia nell’indigenza e nella povertà, senza avere accesso al superfluo e al frivolo32. Accordare all’Altro una priorità etica è fare riemergere il senso della responsabilità, “imparare ad ascoltare l’Altro e a sapergli rispondere”33.

 

Le ripercussioni sulla libertà delle persone

I governi hanno imposto lockdown e limitazioni alla mobilità e all’interazione diretta tra le persone, al fine di cercare di contenere lo svilupparsi dei contagi e non caricare ulteriore pressione su sistemi sanitari sull’orlo del collasso. Al di là delle manifestazioni di protesta verificatesi in molti Paesi, per Agamben la pandemia ha manifestato la “confusione etica” del nostro tempo, fino a far pensare che la nostra società creda soltanto “nella nuda vita”, e si chiede cosa possano diventare i rapporti umani se l’unico valore è la propria sopravvivenza34.

Accettare o meno la “distanza sociale” e i confini fisici posti al rapporto con l’Altro, dipende da quanto la libera scelta del comportamento del singolo possa influire sull’Altro35. Il significato di libertà è diverso se l’individuo è considerato come un tutto a sé stante o come parte di un tutto, di una collettività36. Una visione imperniata sull’utilità per l’individuo porta a interpretare la libertà come volontà di non-impedimento, per cui è necessario eliminare gli ostacoli non naturali posti dagli Stati, come l’obbligo del rispetto della “distanza sociale”. Al contrario una visione della società in cui il singolo è compiuto quando vive come parte dell’intero organico, interpreta la propria libertà come responsabilità nei confronti dell’Altro e delle Istituzioni37 e per non rischiare di contagiare l’Altro e non sovraccaricare le strutture sanitarie occorre rispettare scrupolosamente la “distanza sociale”, seguendo i comportamenti idonei a vivere insieme in una comunità.

Il modo di leggere la realtà è frutto della cultura dominante38, per cui è importante capire come si vuole che si muova la società mondiale: guidata dall’utilitarismo e dall’egoismo oppure che il pronome Noi abbia la precedenza sul pronome Io, nella consapevolezza che, come scrive Papa Francesco in Fratelli tutti, “la mera somma degli interessi individuali non è in grado di generare un mondo migliore per tutta l’umanità”39.

I tentativi di controllo del contagio si sono avvalsi anche della tecnologia digitale, già prima della pandemia molto avanti nel monitorare i comportamenti, fino anche a indurli. La giustificata preoccupazione della protezione dai contagi ha dato una sorta di legittimazione sociale a quello che è definito il capitalismo della sorveglianza40 che, tramite i dati forniti dagli utenti di internet, cerca di disegnare un nuovo ordine collettivo basato sulla sicurezza assoluta. Nel frattempo il governo cinese ha sviluppato il Sistema di Credito Sociale per misurare la fiducia nei suoi abitanti41. Il grande problema della libertà potrebbe essere il controllo della proprietà dei dati effettuato da privati o da governi, che potrebbe far collassare il sistema sociopolitico mondiale42. La capacità di raccogliere ed elaborare informazioni capillari può avere effetti di grande utilità, ma se si rinuncia all’idea di essere una persona libera di decidere cosa è bene e quale sia il significato della propria vita, si perde autonomia di pensiero e la capacità di coltivare il proprio potenziale umano, perché se ciò che si pensa e si desidera è compreso meglio dagli algoritmi che da sé stessi, l’autorità rischia di trasferirsi ai primi43. Il concetto di servitù volontaria di Ètienne De La Boétie44 del ’500 non potrebbe essere più attuale, così come il monito di Seneca di un millennio e mezzo prima: “sta’ attento ad evitare quelle cose che ci spiano per catturarci”45.

 

Le ripercussioni sul lavoro

Le ricadute negative sull’economia si sono ripercosse sul lavoro. Chi aveva un lavoro precario si è trovato repentinamente disoccupato senza potere fruire dei bonus di sopravvivenza dei governi o della cassa integrazione. In molti casi l’attività non poteva essere svolta da casa accrescendo i problemi di disuguaglianza46 e i redditi da lavoro sono stati molto più penalizzati dei redditi da capitale47. Non intervenire rischia di fare apparire le istituzioni economiche più estrattive che inclusive, fondate cioè su opportunità economiche limitate a una porzione della società48.

Lavorare in smart working ha obbligato molte imprese a sperimentarlo, dando stimoli a ripensare alle modalità di gestione verso il miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e vita famigliare, oltre che a una leadership più etica49.
Il fatto che la realtà per una persona sia costituita dalla presenza degli Altri, richiede di essere consapevole delle proprie responsabilità. Il lavoro è sicuramente importante per la propria sopravvivenza materiale, ma ha anche un ruolo significativo nei rapporti con gli Altri, è un mezzo per dare coerenza alla visione strategica che si ha della propria vita e riveste grande valore etico come contributo allo sviluppo della società. I sussidi sono importanti per tamponare situazioni di emergenza, ma non possono essere emolumenti permanenti perché svilirebbero la responsabilità di contribuire alla società umana. Non mettere le persone in condizione di lavorare è un grave danno per il tessuto sociale, come non attivarsi per avere un lavoro è segnale di scarsa cura degli Altri e delle Istituzioni, segnalando una visione egoistica del vivere assieme.

 

Connessione non significa coordinamento

Gli sviluppi economici e tecnologici hanno connesso la società umana a livello mondiale, ma altra cosa è il coordinamento. La collaborazione sociale è stato il fattore più critico dell’evoluzione umana, anche la manifattura di utensili sarebbe stata poco efficace se non sostenuta dalla cooperazione di molti, il cui numero nei millenni è fortemente cresciuto50. L’emergenza da Covid-19 ha tuttavia rivelato importanti problemi di coordinamento.

  • Negli Stati l’obiettivo di proteggere la sanità dei cittadini si è scontrato con quello di salvaguardare la loro salute economica. Con la pandemia la sanità è divenuta centrale, quasi novella Cenerentola, confermando un suo ruolo caratteristico nella civiltà europea e che il suo valore non può essere definito unicamente in termini monetari51. La pressione a salvaguardare la salute delle persone e la preoccupazione per la loro sopravvivenza economica imponevano di definire una priorità tra i consigli degli esperti della prima (medici e virologi) e della seconda (economisti e aziendalisti), ridando centralità al ruolo della politica, che non si è potuta esimere dal difficile compito di conciliare opinioni e suggerimenti dei primi e dei secondi.
  • Nel secolare problema di bilanciamento del ruolo di Stato e privati nell’organizzazione delle società, l’equilibrio è variato da una parte o dall’altra, da epoca a epoca, da nazione a nazione. L’uno però non può fare a meno dell’altro, un eccessivo sbilanciamento da una sola parte può condurre a politiche e a economie estrattive52. Nel caso della pandemia tre aspetti sono stati di particolare rilevanza:
    • - una comparazione sull’efficacia della gestione del sistema sanitario da proprietà pubblica e da proprietà privata richiederebbe dati più certi di quelli di cui attualmente dispongo. Quel che è certo è che gli investimenti effettuati per il bene comune della collettività possono contemplare anche costi finalizzati non a ritorni immediati, mentre quelli privati non possono dimenticare l’ultima riga del bilancio;
    • - all’inizio della pandemia molti Stati hanno sofferto di carenza di apparecchiature per il sistema sanitario, come i ventilatori. In USA l’amministrazione in passato era riuscita ad accordarsi con un’impresa per una cospicua fornitura a prezzi molto bassi, ma dopo che fu acquisita da una molto più grande, la commessa fu ritenuta non sufficientemente redditizia e fu comunicato l’intenzione di uscire dal contratto53;
    • - i vaccini sono stati prodotti dalle imprese farmaceutiche, ma sviluppati anche in anni di ricerca presso istituti pubblici e con contributi dello Stato, per cui devono avere effetti positivi per la salute della collettività e non solo per il profitto privato54.
  • i sistemi sociali per funzionare hanno bisogno anche di socialità secondaria, cioè relazioni tra funzioni regolate da Istituzioni55. La solidarietà europea non è mai stata così urgente e opportuna, anche a causa dei forti problemi seguiti alla gestione della crisi finanziaria del 2008, e si è resa conto che era indispensabile che nessuno fosse lasciato indietro nell'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità56. Se si fosse proceduto in ordine sparso, qualche Stato da solo probabilmente avrebbe potuto approvvigionarsi di vaccini più velocemente, ma la Commissione europea, anche se non abituata a trattare contratti di quella dimensione, con risultati che hanno determinato tensioni, si è fatta carico di acquisti prima gestiti dai singoli Stati membri impedendo che la libertà per tutti facesse sì che alcuni Paesi si trovassero in forti difficoltà57. Anche se permane la naturale tentazione di privilegiare la situazione sanitaria del proprio Paese58, nella società mondiale si coglie qualche segnale di solidarietà, per evitare ciò che il dott. Tedros, responsabile dell’OMS, ha definito il pericolo di un catastrofico fallimento morale nei confronti dei paesi più poveri del mondo59. Nella riunione dei G7 di febbraio 2021 è emersa la consapevolezza che dal Covid-19 non ci si salva da soli, nemmeno nell'emisfero più ricco se l'altra parte del mondo viene abbandonata a sé stessa, ed è stato deciso di stanziare un finanziamento di 7,5 miliardi di dollari per accelerare produzione, distribuzione e inoculazione di vaccini anche nei Paesi in via di sviluppo60. In questo mondo così interconnesso, la cooperazione, anche se non fosse dettata da altruismo e solidarietà, è essenziale per garantire l'interesse nazionale, perché finché il virus continua a diffondersi ovunque, nessuna nazione può sentirsi veramente al sicuro61.

 

In sintesi

Da quanto osservato emerge che l’inatteso continua a sorprenderci poiché ci siamo installati con eccessiva sicurezza nell’ideologia radicatasi negli ultimi decenni. La portata delle sofferenze causate dal Covid-19, le ingiustizie e i pericoli che la pandemia ha rivelato, le attese di innovazione, faranno ricordare il 2020 come l'anno in cui tutto è cambiato62. Le congiunture critiche possono causare drastici cambiamenti nella traiettoria di una società e si capirà se la pandemia ha aggravato un quadro sociale già connotato da crescente disuguaglianza o ha attivato un processo di distruzione creativa (alla Schumpeter) come fece la peste nera nel XIV secolo63 che cambiò l’equilibrio economico e sociale del Medioevo. La solidarietà, la fiducia e la cooperazione dipendono anche dalla dimensione istituzionale64, non indipendente da come si interpreta lo sviluppo, che non può essere unicamente tecnologico: i congolesi fecero propri i metodi utilizzati con loro dai coloni europei e introdussero una delle più importanti innovazioni tecnologiche europee, le armi da fuoco, che utilizzarono coerentemente con la struttura degli incentivi offerti dal mercato di allora, catturare ed esportare schiavi65.

È importante superare l’approccio basato sull’individualismo e l’utilitarismo in modo che l’etica, che è finalizzata al bene comune, aiuti a superare l’idea che il motore che spinge avanti il mondo sia l’egoismo. Chi si occupa della cosa pubblica non può privatizzare i fini del proprio impegno e trasferire nella politica l’approccio egoistico che ha guidato la Shareholders Theory, per non privilegiare approcci estrattivi a discapito di quelli inclusivi. Le istituzioni economiche per essere inclusive devono fondarsi sul godimento di diritti di proprietà sicuri ma anche su opportunità economiche per un’ampia e trasversale porzione della società, non solamente per una élite66. Morin67 ricorda che l’individualismo sempre più egoistico mina la solidarietà e accresce la divisione sociale, perché il mercato privilegia il calcolo dell’interesse.

Una sfida chiave è ampliare ulteriormente la quantità e la qualità delle collaborazioni, per far fronte a una complessità cresciuta molto più velocemente della capacità di comprenderla a fondo e saperla gestire (la “distanza sociale” non ha certo aiutato). Ci sono alcuni aspetti operativi su cui si può iniziare ad agire, come ad esempio l’aspetto fiscale dove la comunità internazionale non dovrebbe accettare la competizione tra Stati tramite benefici fiscali68; che i dati raccolti sulle persone siano utilizzati per aiutarle e non per manipolarle o controllarle69; investire maggiormente nella sanità pubblica e, suggeriscono Giacardi e Magatti, su una sanità di territorio che sappia intervenire in modo rapido e diffuso.

C’è però soprattutto la necessità che politica, economia e tecnica siano fondate su una solida base etica “per non cadere in uno sterile specialismo non sorretto da alcun valore”70. Sarà quindi importante che persone e Istituzioni agiscano affinché la distruzione arrecata dalla pandemia sia creatrice di una società più equa e coordinata … e non ci troviamo tutti in un finale alla Train de vie71.

 

Carlo Boschetti

 

 

NOTE:

1 Questo lavoro si avvale anche di riflessioni sviluppate in Boschetti, C., Il senso della vita e i criceti, Aracne, Roma 2021.
2 Morin, E., Cambiamo strada, Raffaello Cortina Editore, edizione del Kindle. Tit. or.: Changeons de voie. Les leçons du coronavirus Éditions Denoël, 2020.
3 Giacardi C., Magatti M., Nella fine è l’inizio. In che mondo vivremo, Il Mulino, BO 2020, edizioni del Kindle.
4 Morin, E., I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina, MI 2001. Tit. or.: Les sept savoirs nécessaires a l’éducation du future, UNESCO, Paris, France.
5 In alcuni frammenti di scritti del 1921, Walter Benjamin si riferisce al capitalismo come religione.
6 Harari, Y.N., Sapiens. Da animali a dei. Breve storia dell’umanità, Bompiani, MI, 2011
7 I il coronavirus ha determinato la perdita di molte occupazioni, riducendo a molti (quando non azzerando) il valore del numeratore. Al contempo però ha diffuso la consapevolezza del valore relativo dell’importanza di molti beni.
8 Per la Favola delle api di Bernard de Mandeville l’egoismo è il principale motore della vitalità economica e Adam Smith affermava che non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci dobbiamo attendere il nostro pranzo, ma dalla cura che pongono verso il proprio interesse.
9 Per massimizzare i ritorni a breve il genere umano sta offrendo in sacrificio il pianeta in cui vive, tanto da denominare il periodo più recente della storia dell’umanità con quello di un’era geologica: Antropocene (Lewis, S.L. e Maslin, M.A., Il pianeta umano. Come abbiamo creato l’Antropocene, Giulio Einaudi Editore, To 2019).
10 Benasayag, M., Funzionare o esistere?, Vita e pensiero, MI, 2019. Tit. or.: Fonctionner ou exister?, Le Pommier, 2018.
11 Han, B.C., L’espulsione dell’Altro, Nottetempo edizione del Kindle, MI 2017.
12 Giacardi C., Magatti M., 2020, op. cit. p.41.
13 Han, BC, 2017, op.cit.
14 Stiglitz, J., “The end of neoliberalism and the rebirth of history”, Social Europe, Nov 26, 2019.
https://www.socialeurope.eu
Stiglitz, J.E., “Wither America?, Social Europe, 13 January 2021 https://www.socialeurope.eu
15 Acemoglu, D., Robinson, J., Perché le nazioni falliscono, Il Saggiatore, MI 2013. Tit. or. Why nations fail, 2012.
16 Stiglitz, J.E., Popolo, potere e profitti: Un capitalismo progressista in un'epoca di malcontento, Einaudi Editore, TO 2020 edizioni del Kindle, p.15. Tit. or. People, Power, and Profits. Progressive Capitalism for an Age of Discontent © 2019 Joseph E. Stiglitz.
17 Parsi, V.E., Vulnerabili: come la pandemia cambierà il mondo: Tre scenari per la politica internazionale, Edizioni PIEMME, edizione del Kindle, pos.126.
18 Arendt, H., Le origini del totalitarismo, cap. 9: Il tramonto dello stato nazionale e la fine dei diritti umani. Piccola Biblioteca Einaudi, TO 2009. Tit. Or.: The Origins of Totalitarianism, 1973, scrive a p. 414: “La massima hitleriana ‘Diritto è quello che giova al popolo tedesco’ è soltanto la forma volgarizzata di una concezione della legge che si trova diffusa dovunque e in pratica rimane inoperante solo finché le vecchie tradizioni presenti nelle costituzioni lo impediscono”.
19 Dionigi, I., Parole che allungano la vita, Raffaello Cortina Editore, PD 2020
20 Stiglitz, J.E., 2020, op. cit.
21 Recalcati, M., Ritratti del desiderio, Raffaello Cortina Editore, MI 2012.
22 “È l’altro, è il suo sguardo che ci definisce e ci forma. Non riusciamo a capire chi siamo senza lo sguardo e la risposta dell’altro”, scriveva Umberto Eco in “Quando entra in scena l’altro nasce l’etica,” nel libro curato dal cardinale Carlo Maria Martini In cosa crede chi non crede? Bompiani, MI 2014.
23 Per Benanti, P., La condizione tecno-umana. Domande di senso nell’era della tecnologia, EDB, BO 2016, non è possibile avere il proprio posto senza che gli altri abbiano il loro, e solo all’interno di questo tipo di approccio relazionale può emergere la possibilità di scoprire sé stessi come persone, cit. p. 117.
24 La cui efficacia è maggiore o minore anche in funzione dell’età dei discenti.
25 Benasayag M. e Schmit G., L’epoca delle passioni tristi, Universale Economica Feltrinelli, MI, 2004.
26 Levinas, E., Etica e Infinito, Castelvecchio Lit Edizioni, Roma 2014. Tit. orig. Etique et Infini, Librairie Arthème Fayard, Paris, 1982.
27 Luce, E., Il tramonto del liberalismo occidentale, Einaudi, TO, 2017. Tit. or.: The Retreat of Western Liberalism, 2017.
28 Giacardi C., Magatti M., 2020 op. cit.
29 Luce, E., 2017, op. cit.
30 Benasayag, M., 2019, op. cit.
31 Papa Francesco, Lettera Enciclica Laudato si’, Libreria Editrice Vaticana, 2015, n. 52.
32 Morin, E., 2020, op. cit.
33 Han, B.C.; 2017, op. cit. pos.927
34 Agamben, G., “Chiarimenti”, Quodlibet, 17 marzo 2020 https://www.quodlibet.it
35 In questo caso sulla sua salute.
36 Bobbio, N., “Libertà”, Enciclopedia del Novecento, Treccani, 1978.
37 Ricoeur, P., Etica e Morale, Morcelliana, BS, 2007.
38 Concetto comune a correnti di pensiero anche molto distanti
39 Papa Francesco, Lettera Enciclica Fratelli tutti, Libreria Editrice Vaticana, 2020, n. 105.
40 Zuboff, S. Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell'umanità nell'era dei nuovi poteri, Luiss University Press, Roma 2019, Edizioni del Kindle. Tit. or.: The Age of Surveillance Capitalism. The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power, Public Affairs, 2019.
41 Benanti, P., Le macchine sapienti, Marietti 1820, BO 2018. Iniziativa effettuata in collaborazione con il gruppo Alibaba.
42 Harari, N. Y., 2018, op. cit. Vedere anche Mazzucato, M., “Preventing digital feudalism”, Social Europe, Oct 9, 2019.
https://www.socialeurope.eu/preventing-digital-feudalism
43 Harari, N. Y., Homo Deus. Breve storia del futuro, Bompiani, FI, 2017.
44 De la Boétie, É., Discorso della servitù volontaria, Universale Economica Feltrinelli, BG 2016 sosteneva che nessuna autentica felicità possa premiare una vita assoggettata, che è tradimento di sé stessi,
45 Seneca, Lettere morali a Lucilio, “Lettera 103,” in Opere morali, BUR, edizioni del Kindle pos. 7974
46 È stato stimato che si possano svolgere in remoto il 10% dei lavori da meno di 40.000$ e il 60% da più di 100.000$ e che nell’ipotesi peggiore la pandemia potrebbe spingere oltre 200 milioni di persone in condizioni di estrema povertà (“The year when everything changed”, The Economist, Dec 19th 2020).
https://www.economist.com
47 Il sopracitato articolo riporta che l’indice di mercato azionario costituito da migliaia di titoli di livello globale, MSCI, è aumentato dell'11%.
48 Acemoglu, D., Robinson, J, 2013, op. cit.
49 Grant, A., Adam Grant on how jobs, bosses and firms may improve after the crisis, The Economist, June 1st 2020.
50 Harari, Y.N., 2011, op. cit.
51 Andriukaitis, V.P, Cerniauskas, G., Tumiene, B., Our good health: economic fuel or core value?, in Social Europe, 14th January 2021. https://www.socialeurope.eu
52 Acemoglu, D., Robinson, J, 2013, op. cit.
53 “The U.S. Tried to Build a New Fleet of Ventilators. The Mission Failed”, New York Times, April 20, 2020.
https://www.nytimes.com
54  Mazzuccato, M., Lishi Li, H., Torreele, E., Designing vaccines for people, not profits, Social Europe, 2nd December 2020.
https://www.socialeurope.eu
Burrow, S., Vaccine nationalism won’t defeat the pandemic, Social Europe, 23rd February 2021.
https://www.socialeurope.eu
55 Fistetti, F. “Il paradigma ibrido del dono tra scienze sociali e filosofia” Alain Caillé e la “Revue du MAUSS”, in Caillé, A., Critica dell’uomo economico, Il Melangolo, GE 2009.
56 Andriukaitis, V.P, Cerniauskas, G., Tumiene, B., Our good health: economic fuel or core value?, in Social Europe, 14th January 2021. https://www.socialeurope.eu
57 “Delays in covid-19 vaccine delivery are causing tempers to flare and timetables to slip”, The Economist, Jan 27th 2021. https://www.economist.com
58 Burrow, S., 2021, op. cit.
59 Covid vaccine: WHO warns of 'catastrophic moral failure'. https://www.bbc.com/news/world-55709428
60 https://www.ansa.it
61 Harari, Y.N., Lessons from a year of Covid, Financial Times, February 26 2021.
https://www.ft.com
62 “The year when everything changed. Why the pandemic will be remembered as a turning-point”, The Economist, Dec 19th 2020.
https://www.economist.com
63 Acemoglu, D., Robinson, J, 2013, op. cit.
64 Stiglitz, J., 2020 sottolinea l’importanza che il sistema politico sia equo e che i leader del Paese non lavorino soltanto per se stessi.
65 Acemoglu, D., Robinson, J, 2013, op. cit
66 Acemoglu, D., Robinson, J 2013, op. cit.
67 Morin, E., 2020, op. cit.
68 In un recente articolo in Social Europe, Faccio e Saraceno citano una ricerca che mostra che 6 paradisi fiscali dell'Unione europea sono responsabili di circa il 90% di tutte le evasioni fiscali all'interno dell'Unione https://www.socialeurope.eu
69 Harari, Y.N., 2021, op. cit.
70 Provinciali, F., Il vero discrimine è la coscienza morale, Mente politica, 16.01.2021. https://www.mentepolitica.it
71 Film che narra la fuga fantasiosa della popolazione di un villaggio ebreo dai nazisti, ma l’ultima scena rivela che è solo l'immaginazione del protagonista che in realtà si trova all’interno di un lager.

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