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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

pdfIl conflitto tra generazioni come fenomeno è abbastanza vecchio. Le prime menzioni di questo fatto sono dal 3000 a.C. e sono state trovate su un vaso di argilla dell’antica Babylon. Vi è scritto che la gioventù è immorale e che i giovani non riescono a salvare la cultura di questo popolo1.

Il conflitto tra generazioni si percepisce come una battaglia, un disaccordo tra visioni del mondo delle persone anziane o più grandi (molto spesso questo gruppo si presenta come genitori, e raramente come nonni) e delle persone giovani (figli oppure nipoti). Qui anche si nasconde la funzione principale, l’obiettivo primario di questo conflitto: lo sviluppo della civiltà. Infatti solo in una gara di argomenti il progresso è possibile. Qualche tempo fa un scrittore americano scrisse un romanzo meraviglioso su questa tema – si tratta di “Sulla strada” di Jack Kerouac.  Pubblicato per la prima volta il 5 settembre 1957, il libro divenne in seguito un testo di riferimento, quasi un manifesto,una ispirazione della cosiddetta Beat Generation2. Il romanzo è stato inserito dal critico Richard Lacayo  tra i migliori 100 romanzi del secolo XX e ha venduto 3 milioni di copie. Il critico John Leland mostra, a volte in modo ironico, che si tratta di un libro pieno di lezioni su come crescere. L’idea principale del romanzo è la vita liberata da divieti che esistevano prima, nella generazione precedente.

I giovani crescono in altre condizioni ed i vecchi metodi di pensiero non funzionano più. Dobbiamo cambiare per tenere il passo con la continua evoluzione del mondo. Questa frase è un credo peculiare della civiltà occidentale. E non è nemmeno solo lotta tra i giovani e gli anziani, si tratta proprio dello scontro tra diversi visioni del mondo. Un esempio lampante potrebbe essere il Concilio Vaticano II, che di per sé è una sfida al vecchio ordine, al conservatorismo. Perché? Dopo il Concilio Vaticano I il Papa avrebbe potuto prendere tutte le decisioni da solo, ma questo avrebbe frenato lo sviluppo della Chiesa in se stessa e l’avrebbe resa più debole.

E’ questa lotta tra una visione “conservatorista” e una “moderna” che ci fa vedere Papa Roncalli “Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa”3.

 Ma la suddetta vision del mondo dominante è valida, in genere, in Occidente. Mentre in Oriente ne domina un’altra: la successione delle generazioni. Nel suo libro “L’adolescente in una società primitiva. Uno studio psicologico della gioventù primitiva ad uso della società occidentale” la famosa antropologa americano Margaret Mead dimostra che l’adolescenza non deve essere necessariamente un periodo di ribellione e di crisi. Le ragazze samoane trascorrono la loro adolescenza come un periodo di sviluppo ordinato degli interessi e delle attivitа alle quali sono più adatte. A differenza della situazione della cultura occidentale moderna non vi era una improvvisa interruzione tra interessi dell’infanzia e il ruolo dell’adulto4.

Un altro esempio della cultura dell’Oriente e delle loro tradizioni di rapporti tra generazioni è il romanzo “Padri e figli” di I. Turgenev, famoso scrittore russo. Il messaggio principale qui è mostrare come certe idee orientali, in particolare il “nichilismo”, possono creare conflitti tra i giovani e loro padri. Il nichilismo, nella sua accezione ateistica, materialistica, positivistica e rivoluzionaria, è una sfida alle abitudini nazionali russe. Il romanzo termina con un messaggio importantissimo, secondo la nostra opinione: tutto, in genere, sta al posto suo, ma, se vai contro i costumi del tuo popolo non raggiungerai niente, sarai solo o morirai, e nessuno avrà cura di te, come succede nel racconto di “Padri e figli”. Bazarov si ammala di tifo e muore, raggiunto al capezzale dalla Odincova. Fenecka e Nikolaj si sposano, così come Arkadij e Katja. Pavel compie un viaggio per l'Europa, prima a Mosca e poi a Dresda. La Odincova va a Mosca e si sposerà. Il romanzo si conclude con i genitori di Bazarov che rendono omaggio alla sua tomba5.

Nelle società dell’oriente obbedire ai genitori era una cosa normale, anche se i i figli avevano già una loro famiglia con i propri figli. Era normale, perchè secondo il colletivismo e la logica di vita orientale, gli anziani hanno molto più sapienza, cioè, conscono la vita meglio dei giovani. Come scrisse E. Saveliev (un antropologo russo), nella società dei Cosacchi dell’Alto Don era una tradizione molto forte il dovere di compiere l’ultimo desiderio del proprio padre, non importava quanto strano fosse6.

Come altro esempio contro il conflitto ci serve il proverbio arabo: “Se nella casa tua non c’è l’anziano compralo, perchè ti servirà”. Cioè, l’anziano già ha vissuto una vita e ha una esperienza grandissima, ha la saggezza: tutto, ciò che tu stai sentendo adesso, lui lo ha già sentito, e tutto ciò che stai studiando della vita lo ha già studiato. Così, lui potrebbe darti un sano aiuto.  

Come in conclusione noi possiamo dire, che le differenze tra il mondo occidentale e il mondo orientale sono tante, a partire dal modo in cui vengono cresciuti ed educati i più piccoli fino al modo di pensare in genere. E questo non è né buono né cattivo – è così e basta. Anche il conflitto tra generazioni vi gioca ruoli diversi.  In Occidente gioca un ruolo positivo, come motore del progresso, perchè nella cultura individualista essere in disaccordo con il mondo precedente significa essere indipendenti e creativi. Invece, nel mondo orientale il conflitto tra generazioni viene percepito probabilmente come una catastrofe: in un mondo di ‘collettivismo’ essere contro i tuoi anziani significa essere contro la società. Perdere ilpdf collegamento tra padri e figli in Oriente, significa rompere il tradizionale stile di vita, quindi creare il caos. E oggi a causa della globalizazzione, cioè dell’espansione della mentalità occidente, questo problema diventa più importanta degli altri in Orienta. Si crea una lotta culturale e mentale, che può diventare combattimento armato. Questa possibilità era prevista anche da S. Hantington nel “The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order”. L’unico modo per evitare il suddetto disastro è non intervenire in culture diverse dalla tua propria in modo globale, cioè è necessario neutralizzare la cosiddetta cultura di massa. Che, nelle condizioni attuali di sviluppo delle moderne tecnologie, purtroppo, non è possibile.

 

NOTE:

 

1 In lingua russa: Blog di Oleg Makarov: http://olegmakarov.livejournal.com/869005.html
2 In lingua inglese: On the Road, Gilbert Millstein, The New York Times, Books of the Times, 5 September 1957.
3 Papa Giovanni XXIII, Discorso per la solenne apertura del SS. Concilio, 11 ottobre 1962: http://www.vatican.va
4 Margaret Mead. Vita e opere: http://www.ildiogene.it
5 In lingua russa: I. Turgenev. Padri e figli. http://www.ilibrary.ru/
6 In lingua russa: E. Saveliev. L’antica storia dei Cosacchi. http://loveread.ws/

 

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