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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

boschetti

pdfPotere e violenza sono metodi con cui individui dominano altri individui e la condizione di dominio presuppone una relazione di potere che ha acquisito stabilità1. Dopo brevi indicazioni sulle principali differenze tra potere e violenza (grazie ai lavori di Byong-Chul Han e Hanna Arendt2) e il loro rapporto con libertà e democrazia, si vedrà come il dominio economico possa sfociare anche in violenza non visibile che incide sulla libertà delle persone e la loro uguaglianza nella società.

 

Il potere è caratterizzato da:

  • condivisione, libertà e sottomissione combaciano e la sottomissione non è percepita come costrizione ma come relazione dove si è a proprio agio nell’Altro;
  • mediazione, necessaria perché la condivisione prevede gli Altri per annidarsi;
  • legittimazione di trovarsi insieme, in modo sensato e favorendo gli automatismi dell’abitudine;
  • riconoscimento, senza coercizione e bisogno di persuasione di chi deve obbedire ma grazie all’influenza esercitata;
  • azione organizzata, il gruppo è unito e continua a esistere solo quando agisce di concerto, “il potere scaturisce fra gli uomini quando agiscono assieme, e svanisce appena si disperdono”3.
  • La combinazione tra potere e violenza è comune, ma il dominio per mezzo della seconda avviene quando si sta perdendo il primo, è l’ultima risorsa per mantenere intatto il dominio e causa il rovesciamento del rapporto mezzi-fini: i mezzi di distruzione determinano il fine e il risultato è la distruzione del potere.

 

Quindi la violenza è connotata da:

  • impotenza, l’Altro non si sottomette;
  • concettualmente è opposta al potere, dove governa in modo assoluto il potere è assente, può distruggerlo ma non costituirlo;
  • giustificazione, essendo un mezzo ha bisogno di giustificare il proprio fine per interrompere ciò che sarebbe andato avanti automaticamente (ad esempio se esplode rabbia per cambiamenti auspicati che non avvengono);
  • riduzione complessità, esacerbando la relazione mezzo-fine; in uno Stato totalitario il cittadino subisce una decisione a lui estranea, in uno Stato di diritto l’ordinamento giuridico non è sentito come costrizione;
  • distanza, mancanza di umanità ed efficacia distruttiva aumentano all’aumentare della distanza che separa i contendenti4.

Se combinati, il potere è il fattore primario. La situazione è diversa quando si trovano allo stato puro, come nel caso di invasione e occupazione straniera, che toglie la libertà di un popolo.

 

Il potere e la libertà

Il potere non è contrapposto alla libertà, anche questo lo distingue dalla violenza. Il potere può essere legato alla relazione sociale, dove il sottoposto può integrare con un proprio contributo le decisioni di chi ha il potere, oppure subirle passivamente.

Dipende dal modo di pensare e da come ci si rapporta con gli Altri.

 

1.- La capacità di pensare

Il modo di leggere la realtà è frutto della cultura dominante in cui si vive5, che può far credere di avere una comprensione degli avvenimenti, un controllo sul loro corso, che in realtà non si ha e le previsioni sul futuro divengono proiezioni di letture automatiche del presente. Il pensiero può essere condizionato dal luogo comune secondo cui un’idea o un’azione sono giuste se approvate dalla maggioranza6. Tema che Hanna Arendt ha ben evidenziato7 quando il criminale nazista Adolf Eichmann disse che tacitò la propria coscienza per la ragione che non vedeva nessuno contrario alla soluzione finale e che la sua coscienza gli parlava con la voce della società che lo circondava, non poteva permettersi di avere idee proprie. Il guaio era che c’erano tanti, né perversi né sadici, che commettevano tali crimini in circostanze che quasi impedivano loro di accorgersi che agivano male. Se la manipolazione dell’opinione pubblica giunge a toccare questioni profonde sfugge al controllo e conduce a risultati imprevisti, essere senza capacità di pensiero e di giudizio può far divenire grandi criminali.

Quando si valutano le conseguenze delle azioni da intraprendere, l’inizio della riflessione deve iniziare da sé stessi e non dall’esterno, se non si è d’accordo con altre persone ci si può defilare, ma non è possibile defilarsi da sé stessi. Ciò che è possibile sopportare di aver fatto senza avere rinunciato alla propria integrità personale può variare molto da persona a persona, da nazione a nazione, da secolo a secolo. Dipende dalla decisione con chi si vuole stare assieme, con chi si vuole trascorrere il resto della propria vita, senza basarsi su convenzioni esterne.

 

2.- Il rapporto con gli Altri: libertà e democrazia

Norberto Bobbio8 osserva che nel liberalismo la libertà esiste solo nella pluralità, nel confronto di idee diverse, e che il rapporto con la democrazia si dipana nel rapporto tra libertà ed eguaglianza, la totale realizzazione di una comporta limiti all'altra: per il liberalismo lo sviluppo della personalità individuale è il primo obiettivo, mentre quello di chi privilegia l’uguaglianza è lo sviluppo della comunità nel suo insieme, anche se si diminuisce la libertà dei singoli; la prima è più conflittuale, la seconda più armonica. Nota che i diritti collegati alla libertà sono la condizione necessaria per le regole del gioco democratico, a sua volta il principale strumento per la difesa dei diritti di libertà, e che gli Stati autoritari sono sia antiliberali sia antidemocratici.

Il liberalismo auspica uno Stato che governi il meno possibile a differenza di chi privilegia la democrazia dove il governo deve essere il più possibile nelle mani dei cittadini. Commenta che chi sta in alto di solito preferisce la prima, a differenza di chi sta in basso. In ogni caso il grado di democrazia in un governo si misura dal grado di libertà di cui godono i cittadini e da quello di disuguaglianza tra loro. Riflette che libertà e uguaglianza non sono valori assoluti, nelle società storiche gli individui non sono mai tutti liberi né tutti uguali fra loro, ma libertà ed eguaglianza sono i valori che stanno a fondamento della democrazia.

 

Il potere economico

Il comportamento dell’Altro può essere condizionato da forza, da ideali sulla concezione del mondo, da ricchezza9. I primi due sono stati tratteggiati nei punti su violenza e capacità di pensare; qui vedremo il terzo, relativo ad aspetti economico aziendali.

Jeremy Bentham era convinto che il criterio chiave per un buon legislatore fosse quello di emanare leggi finalizzate a massimizzare la felicità del maggior numero di persone e l’utilitarismo divenne un importante alleato teorico dello Stato liberale10, finché non si sviluppò tanto da trasformarsi in neoliberalismo grazie a alla scuola austriaca e all’Università di Chicago, tra cui il premio Nobel Milton Friedman, che screditarono il ruolo dello Stato nell’economia, sulla base che i liberi mercati devo essere i fattori per la crescita e l’allocazione efficiente delle risorse11. Friedman, nella Shareholder theory, sosteneva che la sola responsabilità dell’impresa era fare profitto12, i manager non dovevano occuparsi di fini sociali, come occupazione, discriminazioni o inquinamento, poiché erano dipendenti degli azionisti dell’impresa, il cui obiettivo di solito era fare più soldi possibile e la responsabilità sociale era fondamentalmente sovversiva in una società libera. In quel periodo un importante premio Nobel per l’economia, Kenneth J. Arrow, affermava che comportamenti etici come altruismo e solidarietà sono merci da economizzare, in quanto risorse scarse che si esauriscono con l’uso, mentre i mercati, poggiando sull’interesse individuale, esentano dall’utilizzare la risorsa limitata della virtù; se, ad esempio, si contasse sulla generosità per l’offerta di sangue, ci sarebbe meno altruismo per altri fini sociali13. Considerare le virtù come merci che possono essere consumate dall’uso e non come capacità che si sviluppano con l’esercizio rischia di farle atrofizzare o capovolgere.

Chiara Giacardi e Mauro Magatti ricordano che Paul Mazur, fondatore di Lehman Brothers, in un articolo del 1927 su Harvard Business Review sosteneva che «bisogna insegnare alla gente a volere cose nuove, anche prima che le cose vecchie siano state consumate del tutto. Dobbiamo formare una nuova mentalità. I desideri dell’uomo devono mettere in ombra le sue necessità»14 e che dopo la IIGM il concetto fu ripreso con grande determinazione. Francis Fukuyama commenta che il neoliberismo non si limitò a criticare l’intervento economico dello Stato ma si estese anche alle politiche sociali che avrebbero dovuto mitigare le disuguaglianze causate dalle economie di mercato, cresciute moltissimo nel primo decennio di questo secolo, minacciando la democrazia liberale e pensa che l’assolutizzazione dell’autonomia rischi di minare la coesione sociale.

È un tipo di mentalità che ha esteso il modo di pensare a salute, istruzione, dati personali, sicurezza, giustizia penale, tutela dell’ambiente, sul presupposto che gli scambi di mercato avvantaggiano egualmente compratori e venditori. I mercati distribuiscono i beni a chi vi assegna maggior valore, misurato dalla disponibilità a pagare. In contesti di elevata disuguaglianza, mettere a mercato ogni cosa comporta che le persone abbienti e quelle con mezzi modesti abbiano vite e opportunità separate. Se le attività che dovrebbero essere oggetto di politiche sociali sono gestite da scambi commerciali, i rapporti sociali sono regolati dal prezzo. Michael Sandel15 illustra come l’enfasi sul profitto abbia aggiunto nuove attività aziendali, come i viaticals (polizze assicurative sulla vita di persone a cui era stata diagnosticata una malattia terminale, dove l’impresa di assicurazione ha interesse che l’assicurato muoia presto), pubblicità sulle pagelle (addestrare i bambini in base ai criteri di una società di consumi è incoerente con la missione educativa delle scuole), incentivi monetari per donare il sangue, incentivi per essere puntuali al ritiro dei figli all’asilo nido, incentivi per smettere di fumare; per non menzionare i carbon credits che riducono le emissioni in qualche altro Paese e consentono di continuare a inquinare nel proprio.

Se tutto può essere comprato e venduto i rapporti sociali divengono funzione del prezzo e può cambiare il carattere dei beni e delle pratiche sociali. La logica di mercato è incompleta senza una logica etica perché il denaro, in un contesto non di mercato, può modificare i comportamenti delle persone e allontanare gli impegni etici e civici. È importante chiedersi se la logica di mercato corrompe una determinata attività trattandola in base a una norma inferiore rispetto a quella appropriata: procreare per vendere i figli è corruzione della genitorialità, perché considera i bambini come merci da usare non come creature da amare.

Le scelte di mercato non sono libere se alcune persone sono disperatamente povere o se manca loro la capacità di contrattare secondo termini equi. Bobbio16 ricorda che «libertà» indica uno stato, «eguaglianza» un rapporto e che l’essere umano per essere considerato una persona deve essere libero, in quanto individuo nella sua singolarità, e come essere sociale in un rapporto di eguaglianza con gli altri individui.

Una nuova forma di mercato è stata istituita dalle imprese leader nell’interazione con gli utenti del web. Soshana Zuboff17 evidenzia come i comportamenti umani siano divenuti materia prima per essere convertirli in dati utili per fornire informazioni a imprese (o politici). Potere inviare un messaggio specifico a una specifica persona al momento giusto con un’alta probabilità di riuscire a influenzarne il comportamento è una grande opportunità per chi vuole vendere prodotti (o voti). Si passa dalla conoscenza dei comportamenti delle persone alla capacità di automatizzarli e guidarli, consigliando o persuadendo gli utenti di adottare quelli che generano maggiore profitto; non solo si conoscono i comportamenti, ma li si forma agendo asimmetricamente, indifferenti alla loro consapevolezza18. Evidenzia il forte potere contrattuale di imprese come Google che riescono a processare più di 40.000 ricerche al secondo, anche grazie all’installazione di Android, la cui licenza è gratis per i produttori di smartphone, al fine di spingere gli utilizzatori all’utilizzo di Google Search e altri suoi servizi. “Secondo i giornalisti, l’influenza ‘vigorosa e sottile’ di Google è superiore a quella di qualunque altra azienda statunitense”19 per quanto riguarda l’assenza di vincoli normativi. Un’oligarchia utilizza quindi l’esperienza umana mutandola in dati comportamentali come materia prima per pratiche commerciali che costituiscono una nuova struttura globale per indirizzare i comportamenti20 e impone il proprio dominio grazie a un’asimmetria senza precedenti della conoscenza e del suo potere grazie all’innovazione tecnologica digitale, riducendo la vita delle persone a dati comportamentali, con cui condizionarle e controllarle.

Ricorda che la tecnologia è isolata dalla società e che “il Dna della tecnologia è segnato in partenza da quello che Max Weber chiamava ‘orientamento economico’”21 . Auspica pertanto una risposta da parte della società che sia in grado di limitare o vietare questa logica dell’accumulazione.

 

In sintesi

Il dominio del potere economico si fonda su una cultura che ha progressivamente indotto l’essere umano a vivere come homo oeconomicus, fino a far divenire la ricerca di profitto il senso della sua vita, grazie a un’esasperazione del liberalismo che pone prioritaria l’autonomia dell’individuo e i mercati come unici regolatori dei rapporti sociali.

In contesti di elevata disuguaglianza le persone abbienti e quelle con mezzi modesti hanno vite e opportunità sempre più diverse, con forte crescita di concentrazione di ricchezza e di aumento delle condizioni di vulnerabilità, come dimostrano i dati a livello internazionale22 e nazionale23.

Con la banalità di Eichmann, gli individui si accodano alla cultura dominante, fondata sul fare a discapito del pensare. Non pensare disattiva la coscienza, ci si convince che per realizzarsi e non essere inadeguati occorre sempre maggiore efficienza e si diviene ingranaggi di una macchina24, che non dà tempo per interrogarsi sulla qualità della propria vita: il funzionare colonizza l’esistere25.

La conoscenza e il divenire, fondamenta dell’essere umano, richiedono invece sedimentazione e durata, inconciliabili con un mondo pieno di attività da svolgere al più presto. Gli obiettivi di sviluppo personale sono misurati in termini quantitativi di ricchezza e di possibilità, non si lasciando quindi tempo alla capacità di pensare, che è un importante presupposto del vivere liberi.

Le ricadute sono di diverso tipo, tra cui costituzione e durata della famiglia26 e assenza di distinzione tra “dovere” e “responsabilità”, dove il primo richiama obblighi giuridici o economici, il secondo etici: ad esempio, il lavoro è dovere se riceve remunerazione ma è anche legato all’assunzione di responsabilità verso gli Altri. Per non parlare del debito estero dei Paesi poveri, divenuto uno strumento di controllo27.

La quintessenza del potere attuale, incontrata nel paragrafo precedente, è che un ristretto numero di imprese analizza i comportamenti delle persone per poi indirizzarli verso quelli che generano maggiore profitto per i loro clienti. All’inizio si è osservato che il potere è stabile se libertà e sottomissione combaciano. Il potere economico si è ultimamente trasformato in una sorta di violenza economica, non tramite la forza fisica ma la volontaria sottomissione delle persone disposte a regalare informazioni sulla propria vita e farsene condizionare le scelte.

Delle tre condizioni per il dominio economico, ricchezza, ideali, forza, incontrate all’inizio del paragrafo precedente, la prima ha utilizzato la seconda per giungere alla terza senza farla percepire come tale.

 

Carlo Boschetti

 

NOTE:

1 Han, B.C., Che cos'è il potere? nottetempo. MI, edizione del Kindle, 2019.
2 Arendt, H., Sulla violenza, Guanda editore, edizione del Kindle, 1996 (gli altri metodi elencati sono potenza, forza e autorità).
3 Arendt, H., Vita activa, Giunti Editore/Bompiani, 2017, pos. 3625.
4 Oltre che da Arendt, H., 1996, op. cit. sostenuto anche dallo storico Bregman, R., Una nuova storia (non cinica) dell'umanità, Feltrinelli Editore, edizione del Kindle, 2021.
5 Arendt, H., Alcune questioni di filosofia morale, Giulio Einaudi Editore, TO 2006, edizione del Kindle.
6 Bobbio, N., Liberalismo e Democrazia, Simonelli MI, 2008, edizione del Kindle.
7 Arendt, H., La banalità del male, Feltrinelli MI, edizione del Kindle, 2019.
8 Bobbio, N., Eguaglianza e libertà, Einaudi TO, 2009, edizione del Kindle fa riferimento a Benedetto Croce e Karl Popper.
9 Bobbio, N., 2009, op. cit.
10 Bobbio, N., 2008, op. cit.
11 Fukuyama, F., Il liberalismo e i suoi oppositori, UTET MI, 2022, edizione del Kindle.
12 Friedman, M., The Social Responsibility of Business is to Increase its Profits, in «The New York Times Magazine», sept 13, 1970.
13 Sandel, M.J., Quello che i soldi non possono comprare. I limiti morali del mercato, Feltrinelli MI, 2015 edizione del Kindle.
14 Giacardi, C., Magatti, M., Supersocietà, il Mulino BO, 2022, edizione del Kindle p. 18.
15 Sandel, M.J., 2015 op. cit.
16 Bobbio, N., 2009, op. cit.
17 Zuboff, S., Il capitalismo della sorveglianza: Il futuro dell'umanità nell'era dei nuovi poteri, Luiss University Press Roma, 2019, edizioni del Kindle.
18 Zuboff riferisce che nel 2008 due professori della Carnegie Mellon hanno calcolato che per leggere in modo adeguato tutte le policy sulla privacy che si incontrano in un anno sarebbero necessari 76 giorni lavorativi.
19 Zuboff, S.,2019 op. cit. pos 3295
20 Non è una pratica limitata al mondo occidentale, si veda il Social Credit System in Cina descritto in Benanti, P., Le macchine sapienti, Marietti BO, 2018.
21 Max Weber, Economia e società. Teoria delle categorie sociologiche, Donzelli, Roma 2005-2018.
22 Piketty, T., Il capitale nel XXI secolo, Bompiani, BG, 2014. Milanovic, B., Ingiustizia globale, LUISS, Roma, 2017.
23 Giacardi, C., Magatti, M., 2022, op.cit.
24 Che arricchisce un numero limitato di persone.
25 Benasayag, M., Funzionare o esistere?, Vita e Pensiero, MI 2019.
26 Galimberti, U. Il libro delle emozioni. Feltrinelli Editore MI. edizione del Kindle, 2021, vede incompatibilità tra la famiglia e il modello “turbo-capitalista” uscito dalla concorrenza globale.
27 Papa Francesco, Lettera Enciclica Laudato si’, Libreria Editrice Vaticana, 2015, n. 52, poi aggiunge che però non accade la stessa cosa con il debito ecologico.

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