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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

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Con il tema Giovani, Laudato Sì e Lifestyle siamo in sintonia con il messaggio centrale non solo dell’enciclica papale, ma anche dell’Economia di Francesco che ha avuto il suo culmine ad Assisi nell’estate 2022, e che intende proseguire e svilupparsi.

Quando parliamo di giovani, nel campo dei comportamenti sociali, evidentemente ci riferiamo alla trasmissione intergenerazionale dei “valori di vita” che avviene fondamentalmente attraverso l’educazione. Quest’ultima – è chiaro a tutti – non consiste solo nell’apprendimento di nozioni etiche ma anche nella costruzione delle capacità personali di saperle tradurre in comportamenti. Quelle che la tradizione etica chiama virtù morali.

In questo modo il legame con “Lifestyle” è raggiunto.

Il Vocabolario Treccani in linea definisce questa espressione inglese: «Stile di vita, come insieme di mode e modelli culturali di riferimento e relativi comportamenti: seguire il l. s. americano; imporre il proprio life style». Apparentemente si riferisce a “mode” mentre noi vorremmo intenderlo come “modo”, modo di vita.

La crisi ecologica, rafforzata dalla guerra in Ucraina, ci rende coscienti di quanti comportamenti dobbiamo cambiare subito: risparmio energetico, industrie e trasporti sostenibili, sostenibilità alimentare, preservazione delle foreste…

E ci rendiamo anche conto che i 7/8 miliardi di persone attualmente viventi, e quelle che stanno per arrivare, vanno preparate adeguatamente a costruire un mondo sostenibile e a volerci vivere.

Le generazioni che erano adulte nella seconda metà del XX secolo hanno fatto i loro danni - quelle che essendo in Occidente hanno potuto realmente “fare danni” - ma molte altre li hanno subiti. Fortunatamente nel nuovo millennio è evidente a tutti che una minoranza dell’umanità non può continuare a vivere nell’opulenza mentre tutti gli altri soffrono. Anzi, è diventato eticamente evidente che coloro che non hanno non vanno aiutati ad avere una vita come noi del mondo ricco, semplicemente perché questo non è materialmente realizzabile.

Al contrario: è necessario che gli opulenti si limitino, facciano delle scelte, per poter aiutare tutti gli altri a raggiungere un sufficiente benessere globalizzato. Questo non è solo un problema teoretico, bensì uno di moralità pubblica. Sia gli opulenti che i poveri devono accettare nuovi stili di vita che siano sostenibili tendenzialmente da tutti.

E qui la gioventù gioca un ruolo non solo passivo, lasciandosi educare (per così dire), ma anche quello di mettere la propria nativa generosità a disposizione dell’intero corpo sociale globale.

Detto in questi termini, il problema sembra teoreticamente risolto e allo stesso tempo gravato da utopie.

Per questo le scienze statistiche, ecologiche, economiche ci vengono in soccorso presentando situazioni e modelli di azione con il supporto di dati verificabili.

Ma al contempo è necessario “mobilitare le masse” (secondo il vocabolario delle dittature), oppure ispirare delle nuove élite (secondo il vocabolario delle democrazie) che facciano proposte, le realizzino parzialmente nel loro campo d’azione e diventino alfieri e modelli.

Questo, accanto a pochi eroi adulti, è compito delle nuove generazioni.
O meglio di quei giovani o gruppi di giovani che si assumono la responsabilità di guidarne altri verso uno sviluppo sostenibile, ecologicamente sostenibile e umanamente promovente/invitante.

Il titolo che abbiamo dato alla nostra rubrica Studi - Giovani, Laudato Sì e Lifestyle – è pretenzioso. Pur riconoscendolo, lo manteniamo perché indica i temi che diversi collaboratori hanno effettivamente trattato.

Alla base c’è la proposta di Papa Francesco avanzata nel documento Laudato Sì (2015) che mette in risalto come la questione ecologica sia della massima urgenza e attivi anche il massimo di interesse e convergenza a livello nazionale e mondiale.

Da allora - e a dire il vero da decenni, come mette in rilievo il volume ineludibile Limits and Beyond: 50 years on from The Limits to Growth (2022) - la rilevanza e gli aspetti multipli del problema ecologico non hanno cessato di aumentare di rilevanza e di urgenza sia scientifica che politica.

Ma anche di raccogliere consensi e proposte. Il che, nel nostro mondo globalizzato e con pochi valori sostanziali condivisi, non è l’ultima delle cose desiderabili.

G. Piana, teologo cristiano e politologo italiano, ci dà un quadro culturale dell’evoluzione della questione ecologica. Un quadro nel quale il cristianesimo gioca un ruolo, perché il problema è nato in Occidente e questo è storicamente cristiano. Anche se l’Unione Europea, per l’opposizione esplicita della Grande Nation madre dei Diritti Umani, non è riuscita a riconoscerlo nei propri documenti fondanti.

A. Casella ci propone un percorso educativo, all’interno della galassia Scoutismo, perché tutti siamo consci che è da lì che dobbiamo partire per i cambiamenti sociali necessari.

Anche R. Quadalti in quanto operatore sociale è un educatore, ma in un contesto di marginalità, oggi sempre più in estensione. Ha una relazione con la ricerca presentata da M.M. Brgles.

F. Zancanella porta invece il problema ecologico a contatto con un campo, a tutta prima, inaspettato: il business. E in relazione alla stessa problematica, per quanto più generale, si pone il contributo di E. Šiaudvytienné dalla Lituania.

S. Lucchesi poi affronta il problema partendo dal suo punto di vista di “scienziato della terra”, conscia però che solo attraverso buone pratiche essa potrà restare la grande madre di tutti. Si tratta di cogliere la relazione tra fattori naturali e fattori antropici, in definitiva.

Nella Rubrica Open Space la croata M.M. Brgles presenta una recente ricerca della nostra Facoltà di Scienze Sociali che ha coinvolto docenti e studenti in un cammino non breve. Il tema di News Lifestyles viene messo in relazione con i gruppi sociali vulnerabili o comunque svantaggiati.

Questo a dimostrazione che la tematica di questo fascicolo non è radical chic e da salotti politico-letterari, ma va a toccare la struttura sociale di una nuova società possibile.

G. Rossi ci introduce in un nuovo modo di considerare la ricaduta sociale degli ideali politici nella loro realizzazione storica.

I due volumi in presentazione sotto Recensioni e la Pagina Classica sono quindi un must del nostro tema generale per avere una prospettiva storica e scientifica che non ci permetta di uscire dal realismo concreto che il tema nuovo Lifestyle potrebbe evocare.

 

Francesco Compagnoni

BORSE DI STUDIO FASS ADJ

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