Indagine sul lavoro
dei migranti a Roma: “Occupati tra dignità e sconvenienza”
Amal Abdelshafy Mohamed, Lalainarivony Andry Rakotomavo
I dati anagrafici
Analizzando i dati anagrafici il totale del campione risulta pari a 386 unità; l’analisi descrittiva del genere evidenzia che il 46,9% è composto da uomini, ed il 52,8% da donne e l’0,3% ha preferito non specificare[1]. Il dato rappresenta in modo adeguato la differenza presente nella popolazione dei lavoratori migranti a Roma, risultando in questo caso le donne più numerose degli uomini[2].
Si nota inoltre nel campione come l'età lavorativa degli occupati tra i 20 e i 60 anni è pari a 92,8%, di questi il 55,3% ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni.
Per quanto riguarda l'area di provenienza notiamo che la maggioranza proviene dal bacino dei paesi europei (il 38,8%, nello specifico il 21,4% del totale migranti proviene da paesi non comunitari). Per i migranti provenienti da fuori l’Europa si registra una presenza importante dall'America Latina con il 24,7%, poi il 17,2% dall’Asia. A seguire si trova l'Africa continentale con il 13,8% e infine il Medio Oriente con solo il 5,5%.
Riguardo al titolo di studio si osserva che il 48,8% ha conseguito un titolo di laurea (triennale o specialistica) mentre il 38,2% ha un diploma superiore; l’11,2% ha terminato solo la scuola elementare e primaria. Agli estremi si rileva nel campione un 0,8% con il dottorato di ricerca, e un 1,0% di migranti che dichiarano di non aver nessun titolo di studio.
Parlando del settore di attività si avverte come il 36,6% lavora nei servizi alla persona si tratta della categoria più ampia (in genere badanti e colf), a seguire con il 19,5% troviamo i servizi per il turismo, segue il settore del commercio e riparazioni con il 15,8%, il 10,8% degli occupati è nei servizi professionali, mentre nel settore delle costruzioni si riscontra un 8%; per finire si trova l’industria manifatturiera con il 4,2%, la pubblica amministrazione con il 2,1%, l’agricoltura e pesca con l’ 1,6%, e un 1,3 % ha risposto nella voce altro.
Mettendo a confronto la percentuale di persone che hanno una laurea e la percentuale di persone occupate in un ambito come quello dei servizi alla persona, è probabile che nonostante il titolo di studio questi ultimi non abbiano trovato un impiego corrispondente al loro titolo di studio.
Riguardo la tipologia di contratto con la percentuale più alta è occupato con un contratto a tempo indeterminato con il 50,9%, mentre il 16,3% ha un contratto a tempo determinato e con un totale del 14,4% troviamo diverse tipologie di contratti atipici, mentre il 6,8% lavora con una partita IVA. Pur considerando che il 50,9% ha un contratto indeterminato e quindi gode di una determinata stabilità lavorativa, il dato risulta ancora molto lontano rispetto al livello di contratto a tempo indeterminati dei lavoratori a Roma che risulta essere pari circa all’87,4%[3] .
[1] Si tratta di un solo caso.
[2] Dall’ Annuario Statistico del Comune di Roma le donne straniere a Roma risultano essere pari al 53,3%.
[3] Il dato è riportato per il 2022 dall’Annuario Statistico di Roma Capitale: p. 349.