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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

 

Il 26 novembre 2002 a Kaunas (Lituania) l’Archidiocesi, l’Università di Vytautas Magnus e il Fondo per una Lituania Aperta (ALF) - una delle più rilevanti organizzazioni non governative del paese - hanno fondato un Istituto di Economia Sociale. L’accordo di fondazione è stato sottoscritto dall’arcivescovo metropolita Sigitas Tamkevičius, dal Rettore dell’Università Vytautas Kaminskas e dalla presidentessa dell’ALF Diana Vilyte. 

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Gli scopi principali dell’Istituto sono la ricerca nell’ambito delle scienze sociali, l’informazione, l’insegnamento e la consultazione delle comunità locali e dei suoi membri nell’intento di indirizzare le loro iniziative verso il benessere personale e sociale. In modo particolare esso cercherà di rinforzare il settore dell’economia sociale (non governativo) favorendo l’adozione di politiche sociali da parte dello Stato miranti alla creazione di condizioni favorevoli alle attività delle comunità. L’Istituto, anch’esso parte del settore non governativo, cercherà di collaborare alla formazione di una società aperta alla scienza e alla cultura, capace di creare concorrenza nel mercato delle tecnologie, e dei prodotti e servizi di alto livello. L’Istituto prevede anche di avviare attività di servizio sociale per gli abitanti di comunità locali, collaborando con partners sociali a livello locale, nazionale ed internazionale.

L’Istituto, pur essendo un’istituzione autonoma, tuttavia è il frutto della oramai tradizionale cooperazione fra Università e Archidiocesi. Quest’ultima, motivata dell’insegnamento sociale della Chiesa, ha messo a disposizione dell’Istituto un edificio, mentre l’Università si è impegnata a finanziare alcune attività ed a fornire le reti informatiche. Il Fondo per una Lituania Aperta, che già ha appoggiato la fondazione di una ventina di ONG in Lituania, finanzierà alcuni altri progetti. L’Istituto può anche ragionevolmente aspettare finanziamenti di progetti da fondi internazionali e da quelli dell’Unione Europea.

Il preambolo della Costituzione lituana esprime l’aspirazione a creare una “giusta, aperta e armoniosa società civile”. Oggi uno dei segni concreti in tale prospettiva è la presenza di un forte e efficiente terzo settore. Lo sviluppo della società civile ha percorso un lungo cammino dal 1991, anno dell’indipendenza, eppure il terzo settore in Lituania è relativamente debole. Nonostante l’esistenza di alcune ONG efficaci e la presenza di persone molto motivate, spesso si rileva la mancanza di iniziative nella tradizione del volontariato, come anche di organizzazioni efficienti di fronte all’indifferenza della gente. La legislazione del settore in alcuni casi è molto ambigua e non favorisce sufficientemente lo sviluppo del terzo settore. E’ inoltre debole sia la coordinazione all’interno del settore come anche la cooperazione con il governo. In parte questo si spiega con la situazione economica a causa della quale molti non possono dedicarsi al volontariato, ma un altro aspetto rilevante è che molte persone fanno fatica a lasciar cadere modi di pensare provenienti dal passato recente. In questo contesto si può ritenere che l’Istituto, dato il vasto campo delle attività previste - fra cui è la lobby e la rappresentanza del terzo settore nei confronti degli organi statali - , ha buone possibilità di partecipare nell’evoluzione positiva della società civile e democratica del paese.

Lo sviluppo della società civile è di grande importanza per la Lituania perché oltre di essere la condizione della democrazia, è anche uno dei “criteri di Copenaghen” per l’adesione all’Unione Europea. Il Consiglio dell’Unione dopo la riunione di Copenaghen nel 1993 ha trasformato la domanda “se allargarsi” accettando nuovi membri del l’Europa centrale e dell’est, nella domanda “quando”. Per rispondere a questo quesito sono stati stabiliti principi economici e politici ai quali ogni stato – candidato deve adeguarsi. Oltre la creazione di un mercato efficiente e capace di concorrere con quello dell’Unione Europea, ai paesi candidati è richiesta la stabilità di “istituzioni che garantiscano la democrazia, il primato del diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto per le minoranze e la loro protezione”. In altre parole, non è abbastanza avere un’economia efficiente, occorre anche avere una cultura di democrazia.

L’ultimo rapporto regolare (2002) della Commissione “sui progressi realizzati dalla Lituania in via dell’adesione” - base sulla quale il Consiglio Europeo valuta la situazione - ha valutato nell’insieme positivamente i progressi sia economici che politici. Si può quindi seriamente ritenere che, anche se c’è ancora molto lavoro da fare, la Lituania sarà pronta per diventare membro dell’Unione nel 2004.

L’arcivescovo Sigitas Tamkevičius ha esplicitamente affermato che è in vista di questo avvenimento che è indirizzatapdf la fondazione dell’Istituto di Economia Sociale: “Questo Istituto, nato dalla collaborazione fra la Chiesa, l’Università e il Fondo per una Lituania Aperta, viene fondato proprio al momento giusto, perché tra poco, dopo l’entrata nell’Unione Europea, sorgeranno molti problemi sociali e per trovare soluzioni appropriate occorrerà l’aiuto di persone provenienti dai molti gruppi sociali”. 

 

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