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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

pdfNuovi modelli organizzativi per la gestione ambientale

Stefano Gomes

Le tematiche ambientali sono, oggi, parte integrante del processo di programmazione del settore produttivo. Un cammino lento ma costante che procede al cambiamento del sistema operativo mediante l’intro-duzione di tecnologie a basso impatto ambientale, lo svi-luppo di tecniche di monitoraggio per la verifica dell’im-patto ambientale e la nascita di nuove figure profes-sionali come il Manager per lo Sviluppo Sostenibile.

L’analisi dei modelli organizzativi dell’impresa sono alla base delle considerazioni dell’autore, il quale propone una chiave di lettura del concetto di eco-efficienza su base sistemica. L’autore, infatti, ritiene che il settore produttivo deve essere inteso come uno schema predeterminato ed omogeneo, in base al quale convergono elementi di diversa natura in forma di input. Gli output di processo sono rappresentati da prodotti riciclabili a basso impatto ambientale. Illustrando come caso studio il Progetto CLOSED, si evidenzia un interessante tentativo di applicazione dei diversi strumenti disponibili per la gestione ambientale.

 


Environmental questions are today considered to be an integral part of planning and running production operations. Movement in this direction has been slow but constant, through the introduction of environmentally-friendly technologies, the development of techniques for monitoring and control of environmental impact and the creation of new types of professional categories, such as that of the Sustainable Development Manager.

Using an analysis of models of business organisation as his starting point, the author develops an understanding of the idea of “eco-efficiency”. Production operations need to be seen as systems that receive various elements in the form of inputs. Outputs need to be recyclable, environmentally-friendly products. The article concludes with the CLOSED project, which provides an interesting example of the application of various available methods for environmental management in the production sector.

 

 

La mission dell’organizzazione aziendale: dalla massimizzazione del profitto al bene comune

Yuliya Shcherbinina


Durante tutta la sua storia il mondo degli affari si è continuamente posto la stessa domanda: qual’è lo scopo dell’attore principale di questo mondo – l’organizzazione aziendale?

Oggi, l’importanza di codificare una mission, che vada al di là della massimizzazione del profitto, è fuori dubbio. Il mondo degli affari, a lungo e profondamente dominato dall’idea del profitto come raison d’être dell’impresa, si sente un po’ disorientato nella ricerca di un degno sostituto. La perdita del “faro” nella ricerca del punto di destinazione, apre un’ampio spettro di proposte per quanto riguarda ciò che deve essere lo scopo di un’azienda: dalla produzione dei prodotti alla creazione della cultura della qualità, dalla soddisfazione dei bisogni al servizio della comunità. Ci sono persino coloro che affermano che ciò che importa è avere i “valori-noccioli” o “l’ideologia-nocciolo”, ma il loro contenuto non ha grande importanza.

L’articolo presenta alcune concezioni storiche della mission, dall’inizio del XX secolo fino ai nostri tempi, e cerca di elaborare alcune proposte concrete riguardante la mission delle imprese, ispirandosi alla tradizione cristiana. Partendo dai presupposti della dottrina sociale della Chiesa e dall’analisi causale di Aristotele, viene proposto un nuovo modello della mission per l’organizzazione aziendale.

 


Throughout its history, the business world has continued to ask itself the same question: what is the purpose of the principal actor in this world – the business enterprise?

Today the importance of putting together a mission statement that goes beyond the maximisation of profit is beyond doubt, but the business world, for so long dominated by the idea of profit as the raison d’être of the business, finds itself somewhat disorientated in its search for a suitable substitute. Having lost its “homing beacon”, a wide spectrum of proposals has opened up regarding the purpose of the business: from the production of products to the creation of a culture of quality, from the satisfaction of needs to the service of the community. There are even those who say that what is important is to have “core values” or a “core ideology” but that the content of these values or ideology is not that important.

The article presents various historical conceptions of the mission of a business, from the beginning of the 20th century up until today and aims to put forward some concrete proposals regarding the mission of a business based on the Christian tradition. Starting from the presuppositions of the social teaching of the Church and from the analysis of causes of Aristotle, a new model of the mission of a business organisation is proposed.

 

 

Le carte di credito: aspetti etici del loro utilizzo e del loro funzionamento

Antonio Cameracanna


In Italia e in genere in Europa, l’entrata sul mercato dell’euro e la diffusione di tecnologie informatiche avanzate, sono all’origine dell’ulteriore diffusione della moneta elettronica come strumento corrente di debito e credito. In questo modo il vecchio continente sta ripercorrendo un cammino che gli Stati Uniti hanno compiuto da tempo: abbandonare il portafoglio tradizionale in favore del borsellino elettronico.

L’estendersi dell’uso delle carte di plastica accresce il rischio di frodi, clonazioni, errori, con evidenti implicazioni etiche che vanno a danno degli utenti. Anche i costi collegati all’uso delle carte possono essere sottoposti a valutazioni etiche, perché non sempre congrui ed equi. Le aziende bancarie hanno di fatto una certa difficoltà ad operare direttamente con criteri sociali, a causa dell’incidenza che il fine di lucro ha sulla natura della loro attività. In risposta a questa situazione, da un lato nascono soggetti nuovi che si pongono in alternativa agli istituti tradizionali e alla loro cultura; dall’altro, le autorità di vigilanza, in particolare la Banca centrale europea, prevedono meccanismi di salvaguardia tecnica, organizzativa e procedurale al fine di evitare, contenere e rilevare eventuali minacce alla sicurezza. Tra questi meritano particolare attenzione i cosiddetti Common Criteria accettati a livello internazionale.


In Italy, and in Europe in general, the emergence of the Euro and the spread of advanced information technologies are at the basis of the increasing use of electronic systems of credit and debit. In this way, the old continent is following the United States, where the process of replacing the traditional wallet with the electronic one was already completed some time ago.

The wider use of plastic cards increases the risk of fraud, card “clones” and of errors, which has obvious ethical implications. Furthermore, the costs of using such cards can also be evaluated from an ethical point of view, since they are not always appropriate or just. Banking institutions experience difficulties in using social criteria in their decisions, given the central role of profit-making in their operations. In response to this, on the one hand, new institutional forms are developing that see themselves to be an alternative to more traditional banking institutions and their business cultures. On the other, regulatory authorities, and the European Central Bank in particular, have put in place technical, organisational and procedural safeguard mechanisms so as to avoid, contain and bring to the surface possible threats to security. Among these, the internationally accepted so-called Common Criteria merit particular attention.

 

 

La responsabilità sociale delle imprese: l’impegno delle imprese per lo sviluppo sostenibile

Francesco D’Alessandro


La definizione di sviluppo sostenibile compare ufficialmente nel Rapporto della Commissione Mondiale sull’Ambiente e Sviluppo del 1987. Da quel momento, dato l’incedere di varie crisi planetarie, si comincia a richiamare l’impresa a nuove responsabilità sociali non più eludibili.

In realtà il movimento ecologico e quello dei consumatori conducono le proprie lotte contro le grandi compagnie industriali fin dagli anni sessanta e, da quei processi, si è arrivati alla definizione di molti dei diritti umani di “terza generazione”. Tuttavia è ancora lontana una soddisfacente codificazione di quelli che sono stati chiamati i “nuovi diritti” e soprattutto strumenti validi per il loro effettivo rispetto. L’analisi e i processi di sostenibilità socio-ambientali sono pratiche aziendali di tipo quasi esclusivamente volontarie.

Un'azienda può, al giorno d’oggi, definirsi socialmente responsabile quando il suo comportamento è rivolto a soddisfare le legittime attese, economiche e non, di tutti gli stakeholder. Pertanto un'impresa socialmente responsabile è volta a stabilire un dialogo costruttivo e un rapporto di reciproca fiducia con tutti i propri interlocutori interni ed esterni. In quest’ottica di scelte consapevoli va letta l’importanza delle certificazioni etiche. Il quadro di riferimento per la redazione di rendiconti sociali e certificazioni ambientali risulta piuttosto articolato, con molti standard di matrice nazionale ed internazionale. L’autore ne traccia un’ampia panoramica, individuando pregi e difetti del sistema. Il più grosso di questi? La volontarietà: è sempre più chiaro che il perseguire il profitto è un’attività indivisibile dalla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori, nonché dalla protezione della società e dell’ambiente.


The definition of sustainable development officially appears for the first time in the Report of the World Commission on Environment and Development of 1987. From that moment, given the impact of various crises of planetary proportions, businesses are expected to take on new responsibilities that are no longer avoidable. The ecological and consumer movements have been fighting big industrial companies since the 1960s and out of that process the idea of “third generation” human rights has arisen. However, we are still a long way from a satisfactory codification of these “new rights” and above all of effective instruments for ensuring they are respected. Businesses carry out analyses and develop processes that are socially and environmentally sustainable almost entirely on a voluntary basis.

A business can define itself as socially responsible when it behaves so as to satisfy the legitimate expectations, economic and otherwise, of all its stakeholders. For this, the socially-responsible business needs to establish a pdfconstructive dialogue and a relationship of reciprocal trust with all its dialogue partners, both internal and external. The importance of ethical certification needs to be seen in this light. There are many ways for producing social audits and environmental certification, based on national and international standards, described by the author, who also identifies their strengths and weaknesses. The biggest weakness is the voluntary nature of these standards, since it is becoming ever clearer that pursuing a profit cannot be separated from protecting the health and wellbeing of workers, as well as that of society and the environment.

 

 

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