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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

pdfLa collana Pane Quotidiano curata da Edizioni Studio Domenicano nasce con l’intento di offrire un apporto utile a verificare quali idee risultano con il tempo vincenti per un paese, un gruppo, un’impresa, distinguendole cosi da quelle mentalita che invece tendono ad impoverire l’uomo. Per questo la collana si avvale del contributo di professionisti, docenti e imprenditori di prestigio per esaminare da vicino i problemi del mondo d’oggi, relativamente ai temi del lavoro e dell’impresa; l’obiettivo è di coglierne i successi e i fallimenti al fine di evidenziare quei fattori durevoli che favoriscono il progresso sociale di una comunita, di una impresa, dell’uomo stesso.

La collana si apre con il lavoro del prof. Marco Vitale, economista d’impresa di fama internazionale, con il titolo “I proverbi di Calatafimi – Punti di vista inusuali sui grandi temi dell’Impresa”. E’ generalmente inusuale iniziare un testo sulla leadership e sulla buona gestione di un’ impresa, impostando il percorso a partire da una operazione bellica, storicamente eccezionale, come quella dei circa mille garibaldini in Sicilia.

Il tentativo è comunque riuscito e si mostra coerente al progetto editoriale di approfondire alcune figure, eventi ed insegnamenti legati alla storia e alla saggezza popolare. Per questo l’impresa di Garibaldi in Sicilia non è semplicemente un evento storico fortunato, nato da circostanze favorevoli, ma a dire dell’autore, è frutto soprattutto di una leadership fatta di costanza, fermezza, intuito, e capacità d’ascolto profonda, non solo delle truppe, ma anche di una cultura, di un popolo, e di quel sentimento comune che soprattutto alberga nel cuore della gente. Dietro l’impresa dei mille si delinea cosi un successo – secondo M. Vitale – che unisce allo slancio di un ideale, un profondo senso pragmatico. Passeggiando per Calatafimi, luogo che ricorda la battaglia piu importante dei Mille, avvenuta dopo lo sbarco, l’autore incontra un vicolo detto “vicolo dei proverbi”: se l’impresa dei Mille è l’icona formale di un progetto vincente che porto all’unita d’Italia, questo vicolo tappezzato di piastrelle di ceramica, ne contiene in fondo la sostanza; li si trovano le espressioni tipiche di quella saggezza antica tipica della ruralita e della cultura contadina.

L’autore ne ripercorre diversi, cercando di far emergere attraverso la sensibilità dell’uomo d’oggi, quei valori che risultano ancora essenziali per una sana cultura d’impresa e capaci di offrire un sano orientamento per gli agitati mari dei tempi moderni. I proverbi sono cosi riportati per temi rilevanti, in un lavoro che mira ad esaltare la ricerca stratificata nel tempo di cio che resta, di cio che è durevole, di cio che non dovrebbe mai essere dimenticato da ogni uomo che si accinge a compiere le sue imprese.

Nel testo sono riportati circa trenta proverbi che costituiscono il nucleo centrale della trattazione; ne riportiamo soltanto alcuni dove questa traiettoria antico-moderno emerge con maggiore evidenza: -“amiri è amiri, non è broru di ciciri”: verità incontrovertibile, il lavoro svolto con amore, zelo, serietà, dedizione, responsabilità è fecondo di processi che alimentano la fiducia, la fede, il sacrificio, lo spirito d’iniziativa, di creatività ; tutto cio alimenta il vero spirito d’impresa e costituisce un fondamento per una crescita stabile delle imprese, della società e dell’intera economia. Un criterio indispensabile per oggi, se si vuole distinguere l’imprenditore che lavora, dall’ affarista del turbo capitalismo: -“la solitudine non paga”: un leader puo vivere l’esperienza della solitudine, ma non è mai un solitario, in pratica non puo essere un uomo solo. L’autore qui riporta alcuni esempi storici e cita testi di management; un vero leader deve essere in grado di valorizzare i talenti dei suoi collaboratori con fiducia, senza dover temere per questo della sua leadership. Garibaldi resta sereno perche crede profondamente nei suoi collaboratori, e trasmette quella fiducia che gli consente di restare in contatto comunicativo con i suoi soldati. Piacevole l’accostamento mediato attraverso i personaggi di Shakespeare.

Anche per quanto concerne l’impegno, la professionalità , la competenza non mancano proverbi come questo “cu bonu simina megghiu arricogghi”; l’autore sottolinea come la conoscenza e la responsabilità personale sono essenziali per ogni sviluppo, questi valori si ritrovano nelle culture dell’antico oriente, ma anche nel nostro occidente. La professionalità implica sempre un ambito d’autonomia all’interno del quale è possibile esprimere in libertà le proprie capacità ; il mandato implicito di operare e appunto autorizzato dalla propria professione assunta in modo personale e con piena responsabilita a ben operare, espressione di servizio e mai di servilismo. Professionalità e responsabilità sono espressioni che derivano dalla medesima realtà e possono crescere soltanto in contesti caratterizzati da un potere democratico e da un profondo senso di libertà . La competenza in se non è sufficiente, se non è alimentata continuamente da un processo di apprendimento costante. Senso ben espresso da questo proverbio: “mettiti cu chiddi megghiu di tia e appizzaci li spisi”, e da molti altri. L’autore sottolinea come il valore della conoscenza è indispensabile per la leadership e come questa importanza sia stata da sempre sottolineata nelle culture antiche. Per questo è necessario sempre un duro lavoro fatto di tenacia e costanza “ci rissi lu surci a la nuci; dammi tempu chi ti perciu”, il cosiddetto tempo della gavetta è cosi indispensabile per imparare ad agire in modo positivo nella realtà , un aspetto contaminato oggi soprattutto dalla cultura dell’avere tutto e subito, senza considerare la necessità di essere tenaci, di saper aspettare. Per M. Vitale lo sport, ma in particolare l’alpinismo puo educare alla tenacia e alla costanza, qui in particolare si apprende come misurare la forza in relazione agli obiettivi da percorrere, e alla distanza che ancora resta dalla vetta.

Sulla scelta dei propri collaboratori “’u bon cavaddu nun havi bisognu sprona” e “cavaddu bonu nun temi brigghia”: la scelta di un buon cavallo per un contadino è fondamentale quanto la scelta che un manager deve fare nella selezione dei propri piu stretti collaboratori. Il cavallo buono infatti svolge il suo compito senza particolari pungoli o incentivi (richiamo esplicito alle stock option), come del resto un buon cavallo, ama gia correre e deve essere favorito in questo sostenendo la sua intraprendenza ed il suo lavoro in piena autonomia. Considerazioni importanti per un equilibrato rapporto tra la proprietà e il management. Sono riportati altri proverbi arricchiti e commentati anche attraverso saggi moderni relativi ai temi della fortuna, del rapporto tra vecchi e giovani, del rapporto con i figli, si sottolinea l’importanza del tema della gratuità affinche una economia possa funzionare bene e su una base piu stabile.

Questo spazio offerto al durevole come indicazione sempre valida anche per il futuro dell’impresa è giustamente soggetto ad una verifica di completezza. Vitale si rende conto che ci sono due ambiti assenti, e che sono oggi “dominanti e decisivi” per il mondo imprenditoriale: uno relativo alla leadership e l’altro all’innovazione.

Nel primo viene ripresa la ricerca di R. J. Thomas e di W.G. Bennis dove sono messi a confronto i geezer leader ormai avanzati negli anni, figli dell’era analogica, capaci di portare il peso dell’incubo atomico, e dei limiti strutturali, con i geek nuovi leader, nati nell’era delle possibilità digitali, della creatività , e delle presunte opportunità illimitate. Nel loro lavoro i due autori citati cercano di individuare quelle caratteristiche permanenti nell’esercizio di una leadership, sia al livello storico che culturale, e ne evidenziano quattro: capacità di adattarsi, abilità a coinvolgere altri nel progetto, una forte autorevolezza, e integrità . Nel testo ci si sofferma poi su due modelli concreti di leadership quello di Garibaldi e quella di Shackleton - esploratore dell’Antartide nei primi anni del novecento - famoso per essere riuscito a portare in salvo tutti i membri dell’equipaggio della sua nave, rimasta intrappolata nel mare ghiacciato. Modello indiscutibile di come si esercita la leadership in momenti di crisi.

Sul secondo tema quello dell’innovazione, l’autore offre una visione piu ampia di quella generalmente definita dal solo sviluppo tecnologico, coinvolgendo in essa soprattutto il sistema ambiente, nell’accezione piu estesa del termine, in “L’alchimia della leadership, Geek e Geezer, generazioni di leader a confronto”, integrandone cosi anche la dimensione culturale, sociale e politica. Purtroppo per l’autore oggi si tende a parlarne molto, senza pero che ci sia una vera contropartita in termini effettivi e reali. Sembra necessario tornare all’esperienza creativa di realta inedite tipiche dell’eta rinascimentale, in un approccio capace di integrare e coinvolgere diversi ambienti, soprattutto esterni alla fabbrica. Oggi manca in una parola l’innovazione dell’organizzazione sociale.pdf

Il testo di gradevole lettura, si presenta ricco di riferimenti che consentono di compiere un itinerario davvero interessante tra rimandi e contributi storici e culturali di differente matrice; il rischio di smarrire l’obiettivo poteva essere alto, ma alla fine il contenuto riesce sempre ad essere coerente al problema centrale posto dalla conduzione dell’impresa o di una qualsiasi altra realta che si prefigge di realizzare i suoi obiettivi, senza perdere il riferimento del contesto in cui questa organizzazione s’inserisce. I rimandi bibliografici sono ricchi e riportati nel testo, peccato non ci sia una pagina di riferimento dedicata a raccogliere i riferimenti piu significativi.

 

 

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