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Rivista di etica e scienze sociali / Journal of Ethics & Social Sciences

pdfValorizzare l’identità e il connotato mutualistico delle Banche di Credito Cooperativo (BCC). Si è partiti da questi presupposti per la redazione del Bilancio Sociale e di Missione (BSM). Per una BCC, infatti, il BSM non è solo sinonimo di rendicontazione sociale. È, anche e soprattutto, un processo di verifica avviato dalla BCC per vigilare sulla coerenza con la missione indicata nell’articolo 2 dello Statuto tipo. Monitora, inoltre, la fedeltà del percorso con il quale la mutualità passa dalla teoria alla prassi e, diviene elemento stabile dell’organizzazione aziendale. Il bilancio sociale è un processo che va avviato, nel caso delle BCC, a partire dalla pianificazione strategica mutualistica e la rendicontazione ne è punto di arrivo e di sintesi. Rendere conto agli stakeholder è anche utile per rendersi conto dell’andamento della banca rispetto al mercato di riferimento.

Se, al contrario, il bilancio sociale o di sostenibilità diventa strategia di marketing, si svuota del suo significato e si trasforma solo in una moda.

Si pensi ad alcuni dei più clamorosi casi di responsabilità sociale smentita. Enron, prima di dichiarare fallimento, era campione di Corporate Social Responsibility (CSR). Stessa situazione – per rimanere in Italia – con il crack Parmalat. Anche per questo negli ultimi tempi si è registrata una certa disaffezione ad avvalersi di strumenti come il bilancio sociale.

La finalità della rendicontazione – divenuta ancora più urgente dopo la crisi economica globale – è quella di migliorare la qualità e la trasparenza delle informazioni destinate ai portatori di interesse sulla realtà – bancaria e cooperativa – nel caso delle BCC. Per questo tra le sfide da cogliere sul terreno della rendicontazione vi è quella del bilancio integrato, civilistico e sociale, che migliora questi aspetti. Una strada già intrapresa dalla BCC di Treviglio, che ha già pubblicato la prima edizione del bilancio integrato.

È tenendo conto di tutto ciò che anche quest’anno, come accade da dieci anni, è stata redatta la versione 2011 del framework del BSM per le BCC. L’obiettivo, posto sin dall’inizio, è stato quello di quantificare e di qualificare le peculiarità delle Banche di Credito Cooperativo.

Tra le novità più rilevanti dell’edizione 2011 delle linee guida, la principale è l’introduzione di nuovi indicatori, tratti dal progetto della “Metrica mutualistica”, realizzato con la collaborazione dell’Università di Tor Vergata. L’iniziativa è partita dal processo di creazione del valore, tenendo conto della BCC come banca cooperativa, come banca mutualistica e come banca del territorio e della comunità. I nuovi parametri mirano a stimare, meglio e di più, le “differenze” delle Banche di Credito Cooperativo. Sono quattro le aree identificate dalla “Metrica mutualistica” e per le quali si propongono una serie di indicatori. Si tratta della Governance cooperativa, della Mutualità allargata, del Lavoro-risorse umane e dell’Ambiente.

Valorizzare l’identità e il connotato mutualistico delle Banche di Credito Cooperativo (BCC). Si è partiti da questi presupposti per la redazione del Bilancio Sociale e di Missione (BSM). Per una BCC, infatti, il BSM non è solo sinonimo di rendicontazione sociale. È, anche e soprattutto, un processo di verifica avviato dalla BCC per vigilare sulla coerenza con la missione indicata nell’articolo 2 dello Statuto tipo. Monitora, inoltre, la fedeltà del percorso con il quale la mutualità passa dalla teoria alla prassi e, diviene elemento stabile dell’organizzazione aziendale. Il bilancio sociale è un processo che va avviato, nel caso delle BCC, a partire dalla pianificazione strategica mutualistica e la rendicontazione ne è punto di arrivo e di sintesi. Rendere conto agli stakeholder è anche utile per rendersi conto dell’andamento della banca rispetto al mercato di riferimento.

Se, al contrario, il bilancio sociale o di sostenibilità diventa strategia di marketing, si svuota del suo significato e si trasforma solo in una moda.

Si pensi ad alcuni dei più clamorosi casi di responsabilità sociale smentita. Enron, prima di dichiarare fallimento, era campione di Corporate Social Responsibility (CSR). Stessa situazione – per rimanere in Italia – con il crack Parmalat. Anche per questo negli ultimi tempi si è registrata una certa disaffezione ad avvalersi di strumenti come il bilancio sociale.

La finalità della rendicontazione – divenuta ancora più urgente dopo la crisi economica globale – è quella di migliorare la qualità e la trasparenza delle informazioni destinate ai portatori di interesse sulla realtà – bancaria e cooperativa – nel caso delle BCC. Per questo tra le sfide da cogliere sul terreno della rendicontazione vi è quella del bilancio integrato, civilistico e sociale, che migliora questi aspetti. Una strada già intrapresa dalla BCC di Treviglio, che ha già pubblicato la prima edizione del bilancio integrato.

È tenendo conto di tutto ciò che anche quest’anno, come accade da dieci anni, è stata redatta la versione 2011 del framework del BSM per le BCC. L’obiettivo, posto sin dall’inizio, è stato quello di quantificare e di qualificare le peculiarità delle Banche di Credito Cooperativo.

Tra le novità più rilevanti dell’edizione 2011 delle linee guida, la principale è l’introduzione di nuovi indicatori, tratti dal progetto della “Metrica mutualistica”, realizzato con la collaborazione dell’Università di Tor Vergata. L’iniziativa è partita dal processo di creazione del valore, tenendo conto della BCC come banca cooperativa, come banca mutualistica e come banca del territorio e della comunità. I nuovi parametri mirano a stimare, meglio e di più, le “differenze” delle Banche di Credito Cooperativo. Sono quattro le aree identificate dalla “Metrica mutualistica” e per le quali si propongono una serie di indicatori. Si tratta della Governance cooperativa, della Mutualità allargata, del Lavoro-risorse umane e dell’Ambiente.

Riguardo alla governance la selezione degli indicatori è avvenuta tenendo conto principalmente della mutualità e della promozione dello sviluppo della comunità locale. Caratteristiche che rendono le BCC istituzioni multistakeholder (orientate ad un’ampia platea di portatori d’interesse). Questa diversità ha varie conseguenze, tra le principali vi è sicuramente la necessità di avere un sistema di regole societarie e, di indicatori, adeguati alla diversa organizzazione.

I parametri della governance fanno riferimento a dei temi principali. Si tratta della Soddisfazione soci e clienti; del Costo e rendimento dell’attività verso soci; della Qualità della comunicazione e partecipazione; dell’Effettività dello scambio mutualistico; dei Conflitti di interesse; della Capacità anticiclica di erogazione del credito; della “Cattura” politica; della Vitalità del capitale sociale e del Governo societario.

Nella sezione della Mutualità allargata gli indicatori misurano la dimensione esterna delle BCC con specifici focus. Finanziamenti alle imprese cooperative; Cooperazione internazionale; Microcredito; Lotta all’usura; Elargizioni e sponsorizzazioni; Borse di studio; Formazione di conoscenza e di capitale umano per gli stakeholder della banca; Altre iniziative di mutualità allargata. Nell’area lavoro-risorse umane gli indicatori sono ripartiti sulla base di cinque aree: Formazione; Motivazione intrinseca; Indicatori salariali; Soddisfazione sul lavoro; Politiche aziendali sul lavoro.

Chiude il progetto della Metrica la sezione relativa all’Ambiente. Anche in questo caso sono state individuate altre sottoaree: Gestione ambientale con effetti diretti-Prestazioni operative; Carta-Acqua-Rifiuti; Energia; Trasporto; Emissioni; Screening ambientale sui fidi; Report ambientale.

Il processo di individuazione di parametri specifici è stato avviato dieci anni fa, gradualmente. Sin dall’inizio, infatti, si è cercato di creare un modello di rendicontazione che si avvicinasse il più possibile alla realtà della cooperazione di credito.

Tutti gli standard internazionali utilizzati finora (Global Reporting Initiativ-GRI/G3, AccountAbility Principles 1000-Stakeholder Engagement e da quest’anno anche SA 26000) non hanno soddisfatto pienamente le necessità delle BCC. L’apporto dei modelli internazionali è fondamentale, soprattutto perché assicura la comparabilità della realtà BCC con altre. Nonostante ciò, gli standard internazionali usati fino ad oggi fanno riferimento quasi esclusivo alle banche commerciali. Da qui è nata la necessità di individuare indicatori specifici volti a misurare gli effetti delle caratteristiche mutualistiche e cooperative.

È per questo, che nel 2003, in occasione della seconda edizione del Bilancio Sociale e di Missione del Credito Cooperativo, è stato sviluppato e calcolato il valore aggiunto globale lordo stimato. Con l’obiettivo di quantificare il risparmio di costo e il maggior rendimento di cui si avvale il socio, che intrattenga con la propria BCC dei rapporti bancari attivi e passivi.

Nel 2007 è stato costruito il Cost income ratio rettificato. Rettificato allo scopo di contabilizzare i maggiori costi operativi e i minori ricavi di una BCC per realizzare la missione aziendale riportata nell’articolo 2. L’anno successivo è stato introdotto uno schema che sintetizza l’articolo 2 dello Statuto e lo integra con la Carta dei Valori. L’obiettivo del lavoro realizzato nel 2010 è coinciso con la declinazione della mutualità a livello di pianificazione strategica. Poi è stata la volta della “Metrica mutualistica”.

L’attenzione rivolta al tema degli indicatori “alternativi” è molto alta. Si pensi al progetto promosso da Confindustria in collaborazione con l’università LUISS, confluito nel Protocollo di intesa firmato anche da ABI e dal Ministero dell’Economia, sul tema degli “Indicatori di sostenibilità delle piccole e medie imprese (PMI)”. Le finalità sono molteplici. Innanzitutto, avviare un’opera di diffusione culturale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità verso le imprese. Inoltre, per le banche potrebbe essere vantaggioso, nell’ottica di gestire meglio i rischi, individuare parametri che permettano di acquisire informazioni sistematizzate da far confluire nella dimensione qualitativa del rating e della valutazione del merito di credito.

Il tema è di stretta attualità anche a livello internazionale: se ne sono occupate la Commissione dell’Unione europea, in una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento Europeo, e la Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress, nominata dal Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e presieduta da Joseph Stiglitz. Viene prefigurata un’evoluzione dei sistemi statistici e un’estensione della contabilità nazionale che tengano conto degli aspetti distributivi, della ricchezza, della qualità della vita e dell’ambiente.

La selezione dei nuovi indicatori e la stesura del Bilancio Sociale e di Missione da parte delle BCC è anche il risultato del lavoro che si sta facendo a livello europeo. Tre i diversi ambiti di sviluppo. Il primo è il tema della standardizzazione europea delle divulgazioni non finanziarie (rendicontazione sociale, ambientale e di sostenibilità). Su questo argomento Federcasse ha partecipato alla consultazione della Commissione europea (dicembre 2010) attraverso l’Associazione Europea delle Banche Cooperative (EACB), che ha dato rilevanza alle particolari esigenze di tutte le banche cooperative europee. La consultazione è nata dalla volontà di rendere tali informazioni più facilmente comparabili e per migliorarne anche la trasparenza.

La seconda attività attiene all’identificazione di indicatori cooperativi. Con la finalità di sviluppare una linea comune nella selezione di parametri specifici, il Gruppo di Lavoro per la Responsabilità Sociale d’Impresa della European Association of Co-operative Banks (EACB) ha costituito un sottogruppo di lavoro con Federcasse, Crédit Mutuel e The Co-operative Bank UK.

Interessante anche l’iniziativa avviata dalle cooperative canadesi ed inglesi, in collaborazione con diverse università e associazioni locali, sulla realizzazione di linee guida incentrate sulla rendicontazione pdfnon finanziaria delle cooperative, includendo anche degli indicatori di performance non finanziari e focalizzati sulla realtà cooperativa. La realizzazione del progetto ha richiesto tre anni di lavoro.

Il terzo riguarda l’integrazione tra bilancio civilistico e bilancio di sostenibilità. La Federazione Italiana Pubbliche Relazioni-Ferpi ha costituito un gruppo di lavoro italiano per seguire le attività dell’International Integrated Reporting-IIRC Working Group.

 

 

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